Gangi è la prima “Cittadella del Creato” della Diocesi di Cefalù

Marianna Lo Pizzo

Cronaca - Il riconoscimento

Gangi è la prima “Cittadella del Creato” della Diocesi di Cefalù
Ilriconoscimento per sostenere comuni e aziende che lavorano sul territorio e combattono l’emigrazione

03 Settembre 2019 - 13:29

Amazzonia e incendi dolosi sulle Madonie, Greta Thumberg e i giovani del territorio a sostegno del pianeta. Le specie protette e quelle rare, l’uomo e la biodiversità da preservare. Dalla Sicilia all’Africa, non mancando di ricordare che tutto il pianeta sta attraversando una crisi profonda che i cristiani sono chiamati a superare attraverso l’esempio e le azioni concrete a fianco principalmente delle nuove generazioni. Continua l’impegno del Vescovo della Diocesi di Cefalù Giuseppe Marciante nei confronti delle aree interne, che godono di bellezze e di un patrimonio agroalimentare che necessita di particolare attenzione.

Dalla Rerum Novarum di Leone XIII a Laudato Si’ di Papa Francesco, il vescovo Monsignor Marciante, dopo l’attivazione de “Il Laboratorio della Speranza”, in occasione della 14esima Giornata Nazionale per la Custodia del Creato conferisce alla città di Gangi il titolo di Cittadella del Creato, per sostenere comuni e aziende che lavorano sul territorio e combattono l’emigrazione. Seguiranno Valledolmo, Campofelice e Cefalù e poi tutti i paesi della Diocesi che ospiteranno la Settimana del Creato, promossa dalla Chiesa in collaborazione con i comuni e le aziende locali.

In occasione del convegno “Il ruolo della biodiversità nel processo di globalizzazione del settore agroalimentare” presente la Coldiretti rappresentata da Marilina Barreca, Assessore del Comune di Gangi. Sono intervenuti oltre al Sindaco di Gangi Francesco Migliazzo e il Responsabile Diocesano Don Giuseppe Amato, anche Baldassarre Portolano Professore Ordinario della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo. Al centro del dibattito la salvaguardia della biodiversità del territorio con un elogio particolare alle giovani aziende che stanno permettendo alle Madonie di sopravvivere e di salvaguardare l’importante settore agroalimentare, colpito dalla crisi, dall’emigrazione e dalla viabilità disastrosa.

Terre di Carusi di Scillato, I grani antichi di Sicilia, la lumaca madonita sono alcuni degli esempi citati durante il dibattito. Esempi di giovani che hanno investito con idee e sacrifici nel campo agricolo e zootecnico e hanno fatto delle loro specialità prodotti di eccellenza nel mondo. Il processo di globalizzazione, sottolinea Portolano, che ha permesso alle multinazionali di applicare strategie di mercato devastanti in tutto il mondo, in particolare in Africa, incuranti dell’impatto su un territorio, non ha permesso uno sviluppo di un’economia solidale. Il progetto di uno sviluppo etico e di un processo che preservi la biodiversità è l’unica strada che potrà salvare il Pianeta e quindi preservare la vita. E deve partire anche dai piccoli centri. Dalle Madonie.

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