Nella capitale siciliana della musica c’è un nuovo festival che si sta facendo strada. Parliamo di Castelbuono e di MusaicOn. Perché definiamo Castelbuono capitale siciliana della musica? Presto detto! Nonostante l’agguerrita concorrenza di altre piazze (Taormina giusto per fare un esempio) solo il centro madonita può vantare la presenza di due delle più famose rassegne musicali d’Italia: Ypsigrock ed il Jazz Festival. Se poi a questi due grandi eventi aggiungiamo anche Castelbuono Classica ci si rende conto che l’offerta musicale all’ombra del Castello dei Ventimiglia è davvero incredibilmente ricca. Basta però spostarsi di qualche centinaio di metri per raggiungere il Chiostro di San Francesco e capire che c’è dell’altro, c’è del bello e, a dirla tutta, c’è anche del coraggio.
Perché per confrontarsi con i “mostri sacri” citati sopra ci vuole fegato, ci vuole cuore e tanto, tanto olio di gomito.
Lo sanno bene i ragazzi di ApertaMente, reduci dal successo della terza edizione di MusaicOn, tenutasi dal 21 al 22 agosto a Castelbuono, proprio nell’incantevole contesto del Chiostro di San Francesco. Il primo giorno, dopo l’ottimo “riscaldamento” dei Crimaler, Lorenzo Kruger ha dato spettacolo nel vero senso della parola, ché e poi questa la vera arma di seduzione del frontman dei Nobraino, la parola. Un concerto che è anche teatro, poesia, provocazione, ilarità, denuncia. Chiudi gli occhi e senti De Andrè, apri gli occhi e vedi il pifferaio magico, capace di silenziare il pubblico con uno schiocco di dita, di passeggiare in mezzo a fan cristallizzati, di sbeffeggiare i potenti del mondo tra una bolla di sapone ed un taglio di capelli. Esibirsi dopo “tanta roba” non è cosa facile, ma Scarda se ne frega e, con la disinvoltura di chi ancora canta per il gusto di cantare, prende la sua chitarra e va “… i ricordi sono coltelli, quelli che fanno più male sono i più belli …” pubblico colpito e affondato, nel giro di 10 secondi, in un mare di allegra malinconia.
In molti, la sera del 21 agosto hanno preferito lo spettacolo gratuito in piazza di Roy Paci, un monumento della musica italiana chiamato a chiudere il Jazz Festival. Come dargli torto. Non è stata certo la migliore esibizione del fondatore degli Aretuska, invece Domenico Scardamaglio, in arte Scarda, ha davvero lasciato il segno, se è vero com’è vero che, finito il concerto “l’ultima cosa che ho visto è un sorriso”.
Rinvigorito dai commenti sulla sera prima e dalla presenza di uno dei nomi più in voga fra i teenagers del nuovo millennio, Gio Evan, il botteghino del secondo ed ultimo giorno di MusaicOn ha fatto registrare il tutto esaurito. Le atmosfere dance e pank di Margherito, servite su piatto di electro music, hanno scaldato l’ambiente. Poi, nel quadrilatero del Chiostro, per circa un’ora è risuonata la vertiginosa voce di Giuliana Mei, accompagnata dal suono del suo pianoforte e dalla nuova formazione, messa insieme per il tour di “Diventeremo Adulti”, il primo album dell’astro nascente della musica palermitana: alla chitarra Vittorio Di Mattero, al basso Massimo Provenzano ed alla batteria Ferdinando Piccoli. Un concerto memorabile. Alla fine lei ringrazia il pubblico, noi ringraziamo Vecchioni.
La Star della Serata, Gio Evan, non si è risparmiato offrendo in musica alla “sua generazione”, la generazione Z, le parole di cui questi ragazzi si sono innamorati. Parole che rimbalzano fra i social, in migliaia di feed, storie, post che hanno avuto l’incredibile merito di rimettere il mare profondo della poesia al centro dell’attenzione di una generazione distratta dal piacere effimero delle onde emotive. Chiusura dance con il coinvolgente beat dei Two Man Club. In definitiva, dopo gli Ex Otago e Colapesce, i ragazzi di ApertaMente confermano la loro naturale inclinazione da talent scout. La scoperta di quest’anno è senz’altro Domenico “Scarda” che a Castelbuono ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per il grande salto. Ne sentiremo parlare.