Guarderemo il cielo con occhi diversi: ecco il Wide-field Mufara Telescope

Redazione

Cronaca - Astronomia

Guarderemo il cielo con occhi diversi: ecco il Wide-field Mufara Telescope
È in fase avanzatissima la realizzazione del Wide-field Mufara Telescope (WMT) del GAL Hassin.

07 Aprile 2019 - 11:41

È in fase avanzatissima la realizzazione del Wide-field Mufara Telescope (WMT) del GAL Hassin, un telescopio di classe di 1 metro, prototipo di un innovativo strumento a grande campo, che verrà collocato su Monte Mufara (1865 metri), a Piano Battaglia, nella prossima estate.

Sul WMT punta la comunità astronomica nazionale e internazionale per le innovative performances nel campo della ricerca astronomica avanzata: scoperta di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra e caratterizzazione delle loro orbite, monitoraggio di detriti spaziali di grandi e medie dimensioni, individuazione delle sorgenti astrofisiche controparti ottiche di onde gravitazionali e flussi di neutrini, scoperta e caratterizzazione di esopianeti tramite il metodo dei transiti, individuazione e follow-up fotometrico di eventi di Novae, studio di sorgenti variabili galattiche ed extragalattiche.

E a breve distanza dal WMT, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha deciso di collocare il Fly-eye (occhio di mosca), un telescopio di nuova concezione a grandissimo campo, ideato e realizzato in Italia, che rivoluzionerà la ricerca astronomica dedicata alla scoperta di oggetti (asteroidi e comete) che potrebbero entrare in collisione con il nostro pianeta. Insomma, sulle Madonie, verrà realizzato un polo astronomico di rilevanza mondiale. Un grande progetto di cultura, di ricerca avanzata e, soprattutto, di futuro per la Sicilia. Una grande occasione, che sarebbe un grave delitto perdere.

“Una grande giornata per la scienza” – ha detto Piero Bianucci, scrittore e giornalista scientifico. Della stessa opinione anche Corrado Lamberti, astrofisico e divulgatore scientifico, che insieme a Bianucci è fra i più apprezzati informatori in Italia. Gli apprezzamenti arrivano da ogni dove.

Bianucci e Lamberti esprimono la speranza che la ricerca possa avviarsi. Ma questo sarà possibile solo se le istituzioni, e in prima istanza la Regione Siciliana, sosterranno la ricerca nella misura finanziaria che la stessa ricerca richiede. “Dopo gli impegni finanziari notevoli impiegati – spiegano gli esperti del centro – circa dieci milioni di euro, e dopo aver lavorato per anni e aver dimostrato che quello che sembrava un sogno si è realizzato, dopo avere avviato relazioni qualificate con la comunità scientifica astronomica nazionale e internazionale, dopo avere avviato, due anni addietro, un centro visitato fino ad oggi da oltre cinquantamila studenti, appartenenti a scuole di ogni ordine e grado in viaggi di istruzione, della Regione Siciliana ma anche dell’Italia continentale ed estere, un Centro visitato dai grandi nomi dell’astronomia nazionali e internazionali, scienziati, astronauti, premi Nobel, non posso credere che un disimpegno istituzionale possa condurre ad un fallimento del progetto”.

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