Risale al lontano 20 settembre del 2002 la stipula del protocollo d’intesa tra l’Ente Parco delle Madonie, la Provincia Regionale e l’Università degli Studi di Palermo per la costituzione di un Consorzio Universitario. Obiettivo principale, valorizzazione e sviluppo di nuovi corsi specialistici soprattutto nel comprensorio delle Madonie.
Le adesioni al Consorzio dei Comuni di Castelbuono, Cefalù, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Pollina, Geraci Siculo e Alimena, davano vita, così, al cosiddetto Polo Universitario delle Madonie.
Tra gli obiettivi fissati, previsti quelli nel dare risposte adeguate alle esigenze di crescita culturale della popolazione, promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio della provincia di Palermo e la diffusione dell’attività di ricerca sia di base che applicata collegata ad altri Atenei italiani ed esteri in grado di valorizzare le risorse umane, unitamente ai valori naturali e paesaggistici dell’intero territorio. I risultati? Un background su ciò che indirettamente avrebbe potuto concorrere alla realizzazione di processi innovativi, alla formazione culturale, sociale e psicologica di alta formazione dei giovani universitari. E un technology transfer dell’acquisizione di nuove tecniche gestionali e di marketing scaturenti dalla sperimentazione e dalla ricerca.
Spiega il Commissario straordinario Salvatore Caltagirone che “nell’intento di condurre a sistema l’insieme delle norme che si sono susseguite in materia di razionalizzazione, a seguito dell’introduzione del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica), già nella seduta del Consiglio di Parco del 21 luglio 2017, i Sindaci avevano approvato il piano di ricognizione delle partecipate predisposto dall’Ente. Ciò, ai fini della revisione straordinaria che si sarebbe dovuta effettuare entro il 30 settembre 2017, termine ultimo fissato dal Decreto legislativo 100/2017, per la predisposizione di un piano operativo di razionalizzazione valido alla loro alienazione.
Tali prospettive di riordino delle società partecipate, sono state così effettuate nella seduta del 29/09/2017, dove il Consiglio del Parco, sulla base delle finalità istituzionali delle partecipate e condividendo le prospettive economiche derivanti da un piano straordinario di razionalizzazione delle partecipazioni societarie detenute direttamente o indirettamente dall’Ente Parco, approvava la dismissione di tutte le partecipazioni possedute, tra cui quelle del Consorzio Universitario, al quale veniva comunicato l’avvenuto recesso con effetto e decorrenza dall’1/1/2019.
Il Commissario traccia un bilancio della pregressa situazione debitoria. “A piccoli passi – dice – stiamo cercando di risanare la situazione debitoria dell’Ente, grazie anche alle direttive e all’impegno profuso dall’Assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente Toto Cordaro. Risale proprio al mese di luglio, il decreto assessoriale che dispone la concessione di maggiori somme a favore dell’Ente Parco delle Madonie per la riduzione dei debiti, tra i quali quelli del Consorzio universitario di € 155 mila euro risalenti agli anni 2010 e 2011. Proprio ai fini di una strategia di rilancio del Consorzio, riconoscendo la validità della ricerca universitaria e l’importanza dei fini istituzionali a cui esso è preposto, si è lavorato ad un tavolo tecnico per cercare di affrontare, nel segno della continuità, le problematiche in essere e soprattutto far ripartire i progetti sulla base di un piano d’azioni e di una proposta di ristrutturazione finanziaria, che consentissero l’esecuzione ed il monitoraggio, tra rifocalizzazione ed efficienza dei costi indicati”.
“Piano di risanamento – evidenzia Caltagirone – che non essendo stato predisposto, non ha consentito di valutare fattibilità e possibilità tali da assicurare il risanamento del Consorzio universitario e quindi la permanenza dell’Ente Parco in seno alla stessa partecipata. Rimane il fatto che,tutte le dismissioni delle partecipate operate dall’Ente Parco, continua, sono state motivate dalla necessità di contenimento dei costi di funzionamento, economicamente non più sostenibili”.
Auspica infine che, malgrado le dismissioni effettuate anche in subordine al piano di razionalizzazione imposto dalla legge, possano realizzarsi fattive forme di partenariato volte all’instaurazione di rapporti istituzionali idonei a perseguire la ricerca scientifica di base ed applicata e a sviluppare progetti mirati sul territorio. Ne sono testimonianza, gli accordi siglati tra l’Ente Parco delle Madonie e il Centro Servizi Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo che prevede la realizzazione congiunta di programmi a carattere scientifico nel campo della gestione, tutela, conservazione in situ ed ex situ e valorizzazione ambientale del sistema museale; la collaborazione con l’Orto Botanico di Palermo e gli stage aziendali operati a favore di studenti degli istituti superiori e universitari.