Tre anni di Unesco per Cefalù, Palermo e Monreale: “Ma non è cambiato niente”

Marianna Lo Pizzo

Cronaca

Tre anni di Unesco per Cefalù, Palermo e Monreale: “Ma non è cambiato niente”

05 Luglio 2018 - 09:16

“Questo anniversario cade in un momento particolare per questo sito Unesco, per Palermo e per tutta la Sicilia. Un anniversario che segna il crescente interesse e impegno perché altri monumenti del patrimonio Arabo-Normanno siano inclusi nel sito seriale, così come altri elementi e monumenti del nostro patrimonio culturale siano riconosciuti dall’Unesco”. Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando – nella sua veste di presidente del Comitato di Pilotaggio del sito seriale Unesco arabo normanno – in occasione del terzo anniversario del riconoscimento Unesco, celebrato con una cerimonia a Palazzo Reale a Palermo. “Questi tre anni hanno visto una straordinaria esperienza di collaborazione fra le istituzioni, testimoniata oggi dal Comitato di pilotaggio che vede al proprio interno tutti i soggetti che a vario titolo concorrono alla salvaguardia e valorizzazione del sito Unesco: è un modello di collaborazione che dovremo essere capaci di applicare a tanti settori della vita pubblica ed amministrativa.

Anche a questa capacità di operare in sinergia, mettendo ognuno a frutto le proprie competenze e risorse e valorizzando quelle altrui, si deve lo straordinario successo che il sito di Palermo, Cefalù e Monreale, certamente nel quadro più ampio di Palermo Capitale della Cultura, sta riscuotendo sia in termini di attrattività turistica sia come volano di nuovo sviluppo e nuova economia del territorio”. Sull’importanza del lavoro e del coordinamento tra enti, ha fatto giungere il suo messaggio anche Gianni Puglisi, presidente della Fondazione Unesco Sicilia, che ha annunciato che si è avviato il percorso per proporre l’inserimento dell’isola di Mozia tra i siti protetti dall’Unesco.

Ad aprire i lavori è stato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. “E’ rimasto tutto così come era, l’Unesco non ha ancora fatto nulla. Ci dicano cosa intendono fare della spianata davanti a Palazzo dei Normanni che per anni è stata adibita a parcheggio. Non so bene di chi siano le responsabilità visto che c’è un rimpallo tra Comune e Unesco. Potremmo farlo noi se ci dessero le autorizzazioni”. La provocazione arriva dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, intervenuto in apertura del convegno. “E’ importante – ha sottolineato Miccichè – che laddove ci sono siti Unesco vi siano tutte le carte in regola e che tutto venga percepito come qualcosa che funziona, altrimenti si rischia, specialmente in un periodo di populismo come questo, che tutto venga considerato come un carrozzone malfunzionante. In questo momento Palermo è straordinaria e non c’è dubbio che uno dei motivi è dovuto al fervore culturale che vede Palermo Capitale della Cultura italiana e il ruolo fondamentale che svolgono Palazzo Reale e la Fondazione Federico II”.

Si discute dell’ampliamento del sito seriale, altri monumenti premono per entrare ufficialmente nel percorso che ogni giorno di più guadagna in termini di attrattiva turistica. A Palazzo Reale, storici, esperti e le istituzioni a capo dei diversi enti che gestiscono i monumenti del sito seriale, si sono riuniti per tratteggiare la situazione reale del sito, la sua attualità, e lo stato dei nuovi monumenti “candidati”. Tra i presenti, Antonio Almagro Gorbera, professore della Escuela de Estudios Àrabes. CSIC – Laboratorio de Arquelogìa y Arquitectura de la Ciudad (Laac): fu lui, tre anni fa, a porre la sua firma in calce alla candidatura di Palermo, certificando così la validità del percorso arabo normanno. A distanza di trentasei mesi, Gorbera ha tenuto una Lectio proprio sull’ampliamento del sito Unesco in linea con il percorso di valorizzazione e conservazione a cui tutti gli enti stanno contribuendo. Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e del direttore della Fondazione Unesco Sicilia, Aurelio Angelini, hanno parlato il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il segretario generale dell’ARS, Fabrizio Scimè, Carmelo Briguglio per l’assessorato regionale dei Beni Culturali, il sovrintendente Lina Bellanca e il direttore del Polo Archeologico di Palermo, Francesca Spatafora. Sono stati consegnati i diplomi rilasciati da Unesco ai rappresentanti dei siti.

Chi bussa alla porta Unesco
Quando venne costruito il Dossier di candidatura per l’iscrizione nella World Heritage List Unesco del sito seriale “Palermo arabo-normanna e la Cattedrali di Cefalù e Monreale, in provincia di Palermo furono censiti 22 siti (escludendo i ruderi), di cui soltanto nove con requisiti di idoneità necessari per essere dichiarati “patrimonio dell’umanità”: Palazzo Reale e Cappella Palatina; San Giovanni degli Eremiti; Santa Maria dell’ammiraglio; San Cataldo; la Cattedrale; Palazzo della Zisa; Ponte dell’Ammiraglio; Cattedrale e chiostro di Cefalù; Cattedrale e chiostro di Monreale. Gli altri 13, pur possedendo caratteristiche arabo-normanne, non furono giudicati idonei, ognuno con motivazioni diverse legate all’integrità, autenticità, conservazione e fruizione. Sono stati divisi in due macrogruppi (A e B): i primi hanno bisogno di interventi di restauro sia sul sito che sull’ambiente circostante, ma possono aspirare ad entrare nella World Heritage List, sempreché si riesca a renderli disponibili e aperti al pubblico; i secondi hanno essenzialmente perso la loro autenticità, quindi sono da salvaguardare ma non possono essere inseriti nel sito seriale. Sono quindi cinque i monumenti che “bussano” alla porta dell’Unesco, e il Castello a Mare è proprio il primo della lista ed è quello che versa nelle condizioni migliori, anche perché ricade nell’area del Porto, interessata ad un importante intervento di recupero. Castello a Mare è seguito dal Palazzo di Maredolce, splendido esempio di architettura arabo normanna, ma in condizioni precarie, anche se anche in questo caso si sta provvedendo al suo recupero, compresa l’area circostante. E ancora, la chiesa di Santa Maria Maddalena, a pochi passi da Porta Nuova, ma sita all’interno della caserma del Comando Legione Carabinieri; stessa condizione per la Cuba, cuore dell’antico parco di caccia dei re normanni, il “Genoardo”: oggi la Cuba vive (ed è visitabile) all’interno di una caserma: infine, la splendida chiesa della Magione.

Ma i monumenti in maniera diversa legati alla Palermo arabo normanna, non sono finiti qui: ne esistono altri che hanno caratteristiche e tracce arabo normanne, ma che nel corso dei secoli hanno subito una perdita di originalità: vanno comunque salvaguardati e tutelati, sono la Cuba Soprana (all’interno di Villa Napoli) e la Piccola Cuba; la cappella di S. Maria L’incoronata; San Giovanni dei Lebbrosi; la chiesa di Santo Spirito (chiesa dei Vespri); la quasi monacale chiesa di Santa Cristina La Vetere; il castello dell’Uscibene; il reticolo dei Qanat; i bagni di Cefalà Diana.

 

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