Arriva una notizia che potrebbe sconvolgere il mondo della Targa Florio, ma che il presidente di Aci palermo Angelo Pizzuto smorza sul nascere. Il Comitato Pro Targa Madonie lascia trapelare la notizia, circolata tra gli “addetti ai lavori”, di un accordo ormai concluso e definitivo fra l’Automobile Club Palermo e l’Automobile Club d’Italia per la vendita a titolo definitivo del marchio “Targa Florio”.
“Continuano questi falsi comunicati da parte di uno pseudo comitato Pro targa Madonie circa una inesistente vendita del marchio Targa Florio ad Aci Italia – dice Pizzuto – Il comunicato addirittura afferma che la cessione sia già avvenuta. Nel ribadire la falsità assoluta della notizia, si comunica che l’Automobile Club Palermo si tutelerà in tutte le forme sporgendo fin da subito denuncia all’autorità giudiziaria contro i diffusori, peraltro codardi perchè neanche hanno il coraggio di firmare con nomi e cognomi, citandoli in giudizio civile e penale per i danni economici e di immagine che stanno arrecando all’Automobile Club di Palermo, unico titolare e proprietario del brand Targa Florio”.
Nel comunicato, il Comitato Pro Madonie, in realtà si augurava che tali voce diffuse da addetti ai lavori fossero false, anche se, dicono “che le trattative fossero in corso si era appreso nello scorso mese di gennaio, documentate da una delibera pubblicato sul sito dell’Aci. Tale intendimento non è, purtroppo, mai stato smentito dall’Automobile Club d’Italia e anzi in occasioni pubbliche, lo stesso Presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani aveva ribadito la ferma intenzione dell’Aci di portare a compimento la compravendita”.
Ma se una compravendita del genere, visto che si tratta di due enti pubblici, va gestita secondo norme specifiche, “la stessa volontà di vendita dovrebbe essere resa nota pubblicamente attraverso un avviso esplorativo finalizzato alla ricerca di manifestazioni di interesse da parte di soggetti terzi – dice il Comitato – Ciò previa una stima sul reale valore del bene effettuata da un advisor che – per ragioni di opportunità vista la natura e la tipologia del bene – dovrebbe essere selezionato mediante procedure di evidenza pubblica e, sicuramente, non da parte dell’acquirente, come sembra si volesse fare tanto che la delibera dell’Aci che era proprio finalizzata all’individuazione di un advisor che determinasse il prezzo”.
Messi da parte gli aspetti procedurali, si passa all’aspetto etico: “La Targa Florio, pur essendo di proprietà dell’Aci Palermo, è un “bene immateriale” di rilevante importanza ed interesse per tutta la regione – dicono dal Comitato – Non per nulla la Regione Siciliana nel 2009 ritenne di inserirla nel Registro delle Eredità Immateriali rafforzandone la valenza pubblica, culturale e identitaria con un provvedimento a firma dell’allora Assessore ai Beni Culturali del Governo Lombardo, Gaetano Armao oggi Assessore al Bilancio del Governo Musumeci. Governo sino ad oggi silente, sia per quanto riguarda il Presidente Nello Musumeci, sia per lo stesso Assessore Armao. Oggi, alla luce di quanto si è saputo la settimana scorsa, torna a far sentire la propria voce e intende richiamare l’attenzione dell’esecutivo regionale su questa ventilata o definita vendita sulla quale comunque bisogna fare chiarezza conoscendo obiettivi e finalità”. Ma Pizzuto, come detto all’inizio ha smentito tutto.