E’ uno dei reperti archeologici più importanti della Sicilia, al pari del “satiro danzante, o della “venere di Morgantina”, ma ha avuto una storia decisamente più difficile. La Phiale Aurea, che può considerarsi in assoluto il “pezzo” più importante del patrimonio culturale madonita, “fa le valigie” e si trasferisce agli Uffizi di Firenze.
Come riporta il Giornale di Sicilia di oggi, in un interessante articolo firmato da Riccardo Vescovo “Il reperto sarà esposto in occasione di una mostra realizzata dal ministero dei Beni culturali e dalle Gallerie degli Uffizi in collaborazione con i carabinieri del Comando tutela del patrimonio, su invito della Fondazione Giovanni e Francesca Flacone, Open Group e First Social live. L’obiettivo è «tracciare una storia della tutela in Italia dal dopoguerra a oggi attraverso l’esposizione di reperti dal valore simbolico che trasmettono a tutte le generazioni un messaggio di legalità”.
Reperti dal valore simbolico. Messaggi di legalità. Bastano questi due passaggi per comprendere quale sia l’inestimabile valore di un reperto che appartiene al territorio madonita ma che il territorio madonita non ha mai saputo valorizzare. Così, dal «deserto» del parco di Himera, dove era vista mediamente da 10 persone al giorno, di cui solo 3 paganti, la Phiale Aurea si trasferisce a Firenza, fino al 14 febbraio prossimo, dove saranno migliaia ogni giorno gli occhi che si poseranno sul piatto d’oro più antico e prezioso che la terra di Sicilia abbia mai restituito.
Risalente al IV secolo avanti Cristo, la Phiale non ha mai avuto una storia facile. Fu ritrovata casualmente nei primi anni Ottanta, nel corso di scavi eseguiti a Caltavuturo. Subito si comprese che si trattava di un reperto dal valore inestimabile, così cominciò a fare il giro mondo, passando nelle mani dei più importanti collezionisti d’arte. Nel 2000 al valore intrinseco si aggiunge anche un valore simbolico: grazie ad una serie di sentenza il piatto aureo viene restituito al patrimonio dello Stato, diventando di fatto uno dei simboli della lotta contro il mercato nero dei reperti archeologici.
Per consentire il trasferimento, ricorda Vescovo nel suo articolo, è stata necessaria una delibera di giunta: la Phiale aurea di Caltavuturo è infatti inserita nell’elenco dei beni di cui è vietata l’uscita dal territorio della Regione in base a un decreto assessoriale del 2013. Dopo la “vacanza” a Firenze la Phiale tornerà a “riposare” nel Museo Himera per continuare ad incarnare un metafora perfetta per il nostro comprensorio: abbiamo l’oro, ma non sappiamo cosa farne.