Un mese fa ci ha lasciati Mimmo Gerratana, “un giornalista coi fiocchi”, lo ha definito Giancarlo Macaluso, nel suo articolo del 17 aprile scorso, sul Giornale di Sicilia. Una morte improvvisa, prematura e ingiusta, mentre si accingeva a lavorare, in un caldissimo sabato di aprile. Mimmo era un grande giornalista, ma era soprattutto un grande Gentiluomo, una specie in via di estinzione. Era un Vero Maestro, un’anima bella, sempre composto, saggio, umile, come si addice ai grandi Maestri. Era anche un poeta e scrittore, matematico ed io direi pure filosofo e fotografo. Ma lui negava sempre. Era schivo, timido, minimizzava il suo talento.
Secondo me per la compostezza e la consapevolezza, tipica dei grandi che non vogliono mettere in imbarazzo gli altri. Chi vuole può visitare il suo blog e farsi un’idea: mimmogerratana.wordpress.com. Il blog di un intellettuale militante che vedeva l’universo a 360 gradi e lo raccontava con la letteratura, l’arte e la matematica. L’ultima immagine, postata nel giorno della sua morte, per me sa di presagio. Quelle pagine lo renderanno immortale. Le sue opere possono essere scaricate, attraverso il blog. Mimmo non amava la retorica, né amava apparire, lo sanno tutti. Io adesso me lo chiedo se disapproverebbe le mie parole. Ma voglio ugualmente ricordarlo e dirgli grazie così.
Dirigeva le pagine della provincia di Palermo, con l’inserto Cefalù-Madonie fino a qualche tempo fa, da circa vent’anni, pertanto conosceva il nostro territorio benissimo. Era lui che accoglieva le notizie dei collaboratori dalle Madonie, che dava spazio nelle prestigiose pagine di cronaca del Giornale di Sicilia, al nostro territorio. Notizie importanti, brevi, ma talvolta anche notizie scomode, quelle che non fanno piacere ai potenti o pseudo tali e che possono procurare noie e problemi ai collaboratori e ai redattori. Ma Mimmo era sempre lì a difenderli i suoi collaboratori, contro i potenti di turno: “Mirella, non ti scomporre, stai tranquilla”, mi diceva sempre. Ma lo diceva a tutti noi.
Non dimenticherò mai quando mi difese contro un prepotente che pensava di farmi fuori dal giornale, solo perché avevo osato scrivere cose non gradite. La cronaca è cronaca! Solo che per alcuni la cronaca può essere pubblicità gradita, se si tratta di cose belle, quando invece si raccontano cose scomode, allora i protagonisti del territorio possono non gradire e perciò si diventa giornalisti di parte. Ma i cronisti stanno dalla parte della cronaca, che piaccia o no!
Mimmo è stato un grande maestro per me e per tutti i collaboratori. Mi ha insegnato il rigore della cronaca, ma anche la sua eleganza e pazienza. Un uomo incapace di parlare male di nessuno. Ascoltava con pazienza le lamentele, le rabbie, i risentimenti di chi scrive e cerca di fare il proprio dovere, ma mai una volta che osasse parlare male di qualcuno. Diceva sempre a tutti, dopo avere ascoltato i nostri sfoghi:-abbiate pazienza!-.
Il mio grande rammarico è non avere potuto scrivere nell'ultima settimana della sua vita e perciò non ho potuto parlargli nei suoi ultimi giorni. Proprio quel maledetto 16 aprile gli avevo scritto per un pezzo da preparare, un pezzo che ancora attende me. Ma Mimmo Gerratana non potrà più rispondermi, né siede più, da un mese, al suo tavolo ad attendere le nostre notizie, ad entrare nel nostro territorio, nelle nostre vite, con la sua voce gentile, amica, paterna e “leggera” come il rigore della cronaca. Ha lasciato un vuoto incolmabile.
Grazie Mimmo.