“E dopo tanti sacrifici, abbiamo continuato a crederci e tra mille successi anche Milano ci ha premiati. Il primo posto premio della critica, il più importante in assoluto del Premio Primo dedicato ai Musical è nostro. Questo premio non è solo per noi che ieri eravamo lì ad esibirci, ma anche di tutti i nostri colleghi (attori, cantanti, ballerini, scenografi, tecnici tutti, costumiste, truccatrici, parrucchiere, e il pubblico stesso che tanto ci ha amato) che hanno messo il cuore nel “Il Giudizio Universale”, quest’opera meravigliosa nata dalla genialità di Stefano Sauro e Filippo Paternò. E’ il commento a caldo della gelese Pamela Arces, docente di danza classica-contemporanea- jazz- teatro danza e musical presso Accademia di Arti Sceniche che ha dato corpo e voce ad uno dei personaggi più riusciti del musical, donna Caterina.
Nei giorni scorsi era stata accolta con incredulità ed entusiasmo la notizia che il musical “made in Gangi”, superando la concorrenza di decine e decine di produzioni ben più ricche, avesse raggiunto la finale del Premio Primo di Milano, il principale riconoscimento nazionale per il settore “musical”.
I primi a rimanere sbalorditi furono proprio Stefano Sauro, autore e regista del riuscitissimo musical, e Filippo Paternò, il musicista che ha firmato le eccezionali musiche del Giudizio Universale, applaudite ed osannate anche a Milano.
Alla serata di gala tenutasi a Milano ha preso parte una delegazione composta dal regista Stefano Sauro, dal musicista Filippo Paternò, dalla costumista Elisabetta Ferro e dagli attori Bruno Affronti, Paola Milio, Giovanni Germanà, Ginevra Stracci e Massimiliano Castellana (nella foto).
Il musical è liberamente tratto dalla vita del pittore gangitano Giuseppe Salerno, più famoso come lo zoppo di Gangi per raccontare della voglia di riscatto mai appagata di una terra “bellissima e sfortunata”, così la definiva Paolo Borsellino, citato non a caso poiché al centro della trama narrativa c’è il fenomeno mafioso, affrontato e sconfitto dalla forza dell’amore. Un musical dunque non solo bello ma anche utile a far capire, anche oltre i confini regionali, che la bellezza, quella della musica e della pittura, quella della cultura ma soprattutto quella dell’animo può davvero salvare il mondo. Forse per questo la giuria tecnica del Premio Primo di Milano, ha deciso di premiare una produzione sicuramente meno “attrezzata” rispetto a molte concorrenti, perché aveva qualcosa di profondo e di vero da raccontare.