Vietato nascere nelle Madonie

Redazione

Editoriale

Vietato nascere nelle Madonie
Il commento di Ivan Mocciaro

18 Gennaio 2016 - 00:00

 

Per nulla al mondo rinuncerei alla mia identità di Madonita conquistata sin dalla nascita e affinata negli anni vissuti in un territorio ai margini di quella Sicilia dove spesso il sole violento e arrogante non lascia respiro e l’inverno freddo e gelido penetra sin dentro le ossa. Oggi più che mai il territorio, culla di arte, storia e saperi, appare abbandonato a un tragico destino, o peggio ancora affidato all'avidità di politiche di tale o talaltro onorevole per nulla onorevole, prima Petralia Sottana ora Cefalù, da oggi è vietato nascere sulle Madonie. L’ultimo atto di un tragico mercimonio di numeri si è consumato nelle ultime ore, un tratto di penna ha deciso la chiusura del punto nascita di Cefalù, il reparto, com’è accaduto per quello di Petralia Sottana, sarà assorbito dall’ospedale di Termini Imerese, tutto ciò per una semplice e burocratica valutazione di numeri, i parti lo scorso anno (2014) sono stati 420, meno dei 500 richiesti per il mantenimento del servizio fissato nel decreto nazionale. Ancora una volta si umilia un territorio e la sua identità, qui dove l’identità è orgoglio, proprio quando in un paese sempre più affetto da deficit emotivo e rancore, le pulsioni sono sempre più feroci e i sentimenti, solo risentimenti. Oggi più che mai mi sento figlio di questa terra, anch'io come lei sono malinconico, complesso, pigro, omertoso, pieno di contrasti, mi sento parte di questa terra tanto amata e a volte odiata. Chissà se fra qualche anno le nuove generazioni avranno ancora questo senso di appartenenza

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