Le cronache degli organi di informazione locali sono spesso improntate ad iniziative che si realizzano nei paesi madoniti per attirare visitatori . Sembra quasi che si faccia a gara. I vari Amministratori si fanno spesso ritrarre per dare il loro imprimatur. Abbiamo tre Comuni che sono entrati nel gruppo “Borghi più belli d’Italia”. Uno ha conquistato la “bandiera arancione”. Durante l’estate si sfornano programmi che durano un mese e più, nel periodo natalizio si assiste ad un proliferare di presepi d’ogni genere. Non c’è che dire, per i residenti e per i forestieri la noia è sicuramente bandita.
Accanto a tutto questo si svolgono attività improntate al recupero e vivificazione delle tradizioni. Bisogna riconoscere e prendere atto che in questi ultimi anni si è riusciti ad accendere una luce alimentata dalla valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali che, oltre ad essere un bene in sé, ha avuto un suo riflesso positivo sul turismo.
E’ avvenuto qualcosa di nuovo che fino a qualche anno prima sembrava impossibile. Le vie dei paesi in queste circostanze si animano, le Madonie appaiono vive; ma una domanda si impone: può questa essere la base propulsiva per la vita, l’economia e lo sviluppo del nostro territorio?
Credo che una riflessione su questo interrogativo vada posto, a partire dalla considerazione che, nonostante questa luce, la crisi nei nostri paesi è sempre più drammatica. Il fenomeno della povertà ancora non appare nella sua evidenza anche perché nei piccoli centri resiste ancora il valore della solidarietà familiare che ne attenua il fenomeno, ma è presente. Le prospettive di lavoro sul territorio si affievoliscono sempre più. I giovani ed anche i non giovani sono costretti o a vivere da inoccupati o sottoccupati nel territorio o ad andare lontano a cercare lavoro. Senza aspettare il prossimo censimento, che ci dirà di quanto la popolazione sarà ulteriormente diminuita, appare evidente che lo spopolamento è notevole. Basta vedere il deserto nelle strade centrali dei paesi, quando non sono attraversate da iniziative ed avvenimenti, o andare agli aeroporti in occasione di festività quali quelle natalizie, delle ferie estive ed incontrarvi paesani che aspettano l’arrivo di propri cari.
Temo che un fatto indiscutibilmente positivo possa farci addormentare e non vedere che da solo non è in grado di risollevare le sorti del nostro futuro.
Il turismo è senz’altro un valore aggiunto, ma non può rappresentare il volano della nostra economia ed esso stesso, se non accompagnato da una politica capace di sviluppare alcune attività di base che sono connaturati al territorio, rischia col tempo di diventare fuoco di paglia.
Per evitare tutto questo, occorre un’elaborazione politica programmatica mirata a sviluppare un’economia di base capace di produrre lavoro.
Penso al tema dell’agricoltura, perché è indubbio che l’agricoltura sia l’attività più connaturata al territorio ed un suo moderno ed efficiente sviluppo mirato alla conquista di un mercato di qualità, basato su protocolli di produzione ben precisi e territoriali, rappresenti la base per il progresso economico del nostro territorio. Attorno a questa attività fondamentale è possibile avviare tutta una serie di attività collaterali quali, la trasformazione, la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti, lo sviluppo di energie alternative e perfino lo stesso turismo, che potrebbe trovare nel turismo agricolo un ulteriore incremento e trasformarsi da mordi e fuggi in più stabile, rendendo i vari agriturismi più autentici con la valorizzazione del prefisso “agri”. Occorre pure che gli operatori del settore abbraccino la cultura della cooperazione e dell’associazionismo, in modo da poter creare aziende, che raccogliendo le varie esperienze già esistenti, si possano sviluppare in una dimensione tale da poter consentire il loro efficientemente e la loro capacità di competere sul mercato, soprattutto di qualità.
Nessuno sviluppo è poi immaginabile se non si pone mano allo sviluppo di infrastrutture di vario genere, ma soprattutto viarie che rendano agevole raggiungere i nostri luoghi: bisogna ammodernare e velocizzare le vie di comunicazioni esistenti e pensarne possibilmente di nuove.
Necessaria infine la cornice entro la quale includere le varie attività dei singoli comuni, questa dovrà avere il carattere di un’autentica impronta sovra ed intercomunale, tale da realizzare un sistema integrato madonita.
Cerchiamo di fare in modo che questo momento di luce dell’incremento turistico non si trasformi in illusione o domani peggio in delusione, perché questo non avvenga occorre non trastullarsi sul presente. Subito politici amministratori operatori pubblici e privati singoli cittadini trasformino il ritrovato orgoglio in passione ed impegno per il futuro, battendo strade nuove, sapendo che il nostro territorio ha risorse non valorizzate. Guai a fermarsi!
Nicola Patti (già presidente del Consiglio Comunale di Gangi)