Abuso d’ufficio e peculato, erano le accuse che il pm aveva formulato nei confronti di Vincenzo Tripi e Antonina Iolanda Iudicello, due impiegati del Comune di Cerda, che oggi sono stati assolti dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Termini Imerese. La vicenda è quella che vede coinvolto, ma con altre accuse, anche il sindaco Salvatore Geraci (LEGGI QUI).
L’accusa sostiene che il primo cittadino avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al questore per far sì che il Venerdì Santo del 2022 la processione passasse sotto casa di Giuseppe Biondolillo, condannato per duplice omicidio e in detenzione domiciliare per motivi di salute. Contestazione sempre respinta da Geraci, che in tribunale risponderà però di tentata concussione e abuso d’ufficio. Lui, ex di Sud chiama Nord, fa parte della commissione regionale Antimafia, dopo essere passato col Carroccio.
LE ACCUSE AI DIPENDENTI
Stamattina, l’ex dipendente del Comune di Cerda, Vincenzo Tripi, assistito dall’avvocato Carmelo Genovese e l’attuale responsabile del primo settore del Comune di Cerda, Antonina Iolanda Iudicello, difesa dall’avvocato Domenico Cacocciola, sono stati assolti nell’ambito del processo riguardante alcune irregolarità in occasione della Sagra del Carciofo del 2022. I capi di imputazione relativi a Tripi erano appunto abuso d’ufficio e peculato. Il capo d’imputazione relativo alla Iudicello era violazione della norma di riferimento, che attiene all’appalto.
Il pubblico ministero, nella sua requisitoria (gli imputati sono stati giudicati con rito abbreviato ndr.), aveva chiesto anni 2 di reclusione per Tripi e 4 mesi di reclusione per la Iudicello. All’esito del giudizio, il gup di Termini Imerese, Gregorio Balsamo, per quanto attiene all’abuso d’ufficio, ha assolto Tripi “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Per quanto attiene alla violazione della norma di riferimento, che attiene all’appalto, Tripi e Iudicello sono stati assolti con formula piena, “perché non aver commesso il fatto”. Per quanto attiene, infine, al capo 9 della rubrica (peculato), anche in questo caso il giudice ha assolto Tripi con formula piena, “per non aver commesso il fatto”. “La sentenza di oggi – ha commentato l’avvocato Carmelo Genovese – costituisce il giusto epilogo di una vicenda processuale caratterizzata da gravi carenze dell’impianto accusatorio che, in data odierna, sono emerse nella loro interezza”.