A seguito di un recente incontro tenutosi presso l’aula consiliare del Comunale di Castellana, per affrontare il delicato tema del sovrappopolamento della fauna selvatica nel territorio della Madonie, riceviamo e pubblichiamo il contributo del vicesindaco di Polizzi Generosa Michele Macaluso.
“Se a chi guida o è demandato a governare le istituzioni sovracomunali territoriali, regionali e nazionali ancora non è chiaro, provo di seguito con la sintesi schematica che segue a rappresentare sia lo stato precario che oggi vive l’intero ecosistema delle Madonie sia gli interventi non più rinviabili da attivare per provare a contenere a livelli ecosostenibili la biblica invasione da fauna selvatica (cinghiali e daini)” scrive Macaluso che riannoda il nastro di questa lunga storia
“Alcuni decenni addietro la stoltezza e l’imbecillità di taluni “soggetti” determinò l’introduzione abusiva in alcuni areali del territorio delle Madonie dapprima di cinghiali e poi, come se non bastasse, di daini. Nel tempo i cinghiali (fuori da ogni ragionevole controllo istituzionale), come era prevedibile si sono incrociati e si incrociano tutt’oggi con la popolazione di suino nero (allo stato estensivo, ma controllato) che da sempre viveva i territori di alta montagna. Data la considerevole e conosciuta prolificità dei soggetti in questione, nel corso dei decenni la cosiddetta popolazione dei “cinghiamaiali” si è moltiplicata esponenzialmente a dismisura, senza che alcun provvedimento di salvaguardia del territorio venisse attivato da chi di per dovere e compiti istituzionali ne era preposto”.
Macaluso passa poi alla disamina dei danni: “Ecosistema naturale (flora e fauna) e biodiversità madonita distrutto e/o compromesso; produzioni pascolive e di prati naturali d’altura rasi al suolo; produzioni zootecniche azzerate; produzioni frutticole e orticole di pregio abbandonate; colture costituenti presidi slow food (es. fagiolo a” badda” di Polizzi) in via di estinzione; canalette e reti irrigue distrutte; processi di desertificazione e abbandono del territorio che avanzano; dissesti idrogeologici, frane e smottamenti già in atto o prossime a verificarsi; incolumità pubblica nelle periferie e fuori dai centri abitati a rischio; incremento degli incidenti sulle principali vie di comunicazione; vastissime aree del territorio ormai impraticabili.”
Infine, le proposte del vicesindaco: “In questo quadro territoriale desolante e prossimo al disastro, nel tempo e anche di recente non sono mancate le proposte avanzate, a chi di dovere, con documenti, delibere di Giunta Municipale, audizioni presso la competente Commissione Attività produttive dell’ARS, convegni, incontri, ecc. A mero titolo ne cito alcune, che ho avuto modo di ribadire ulteriormente nel corso del recente incontro tenutosi presso l’aula consiliare di Castellana Sicula:
- Normare sul piano contrattuale (doveri e obblighi) e previa equa indennità da corrispondere gli abbattimenti delegati alle squadre di cacciatori selettori;
- Valutare e conseguentemente attivare in alcuni areali le procedure per il riconoscimento dello “stato emergenziale”, alfine derogare dalle norme ad oggi vigenti fino a quando la popolazione di fauna selvatica non si abbassi a livelli ecocompatibili.
- Garantire equi e immediati indennizzi agli operatori agro-zootecnici del territorio, alfine consentire la sopravvivenza delle aziende.
- Consentire l’utilizzo delle cospicue economie determinatesi nell’ambito dei GAL di Sicilia sia per l’acquisto di un congruo numero di chiusini/gabbie che per il ristoro degli operatori danneggiati (es. acquisto recinzioni, vasconi di accumulo acqua, derrate alimentari per gli animali, gruppi elettrogeni, sementi da prato, ecc.)
- Ascoltare di più il territorio e chi lo vive, piuttosto qualche animalista domenicale.