C’è anche Cefalù tra i borghi candidati a far parte del Reimar, il registro che identifica gli autentici borghi marinari siciliani, quelli meritevoli di essere tutelati in quanto presidio di tesori preziosi, tra i quali una tradizione nell’attività di pesca, le costruzioni tipiche dell’identità marinara come tonnare o fari, un patrimonio culturale legato al mare e la presenza di almeno un porticciolo. L’iniziativa, come scrive Cronache di Gusto, è stata presentata ieri al dipartimento degli Affari extraregionali della Regione Siciliana. Tra comuni e frazioni sono 16 i luoghi candidati sui quali il 12 maggio si pronuncerà la commissione scientifica nominata dal dipartimento regionale: Aci Trezza (frazione di Aci Castello), Bonagia (frazione di Valderice), Borgate di Santa Flavia, Borgate di Acireale, Castellammare del Golfo, Cefalù, Favignana, Isola delle Femmine, Lipari, Marinella di Selinunte (frazione di Castelvetrano), Marzamemi (frazione di Pachino), Portopalo di Capo Passero, Riposto e Torre Archirafi (frazione di Riposto), San Vito Lo Capo, Sciacca, Sferracavallo (frazione di Palermo).
Come è stato più volte ribadito nel corso della presentazione, il registro non è esclusivo, ma aperto alla candidatura di altri borghi o detentori di tradizioni e saperi orali in possesso dei requisiti e interessati a essere inseriti nel Reimar. “La cultura del mare viene tramandata a voce, di padre in figlio, un’interruzione di questa trasmissione condannerebbe all’oblio questi saperi”, ha detto Franco Andaloro, membro della commissione scientifica del Reimar. Lo scopo finale è anche realizzare un marchio di qualità turistico-ambientale e mettere in campo azioni di potenziamento e sviluppo: “Abbiamo voluto valorizzare gli antichi saperi e i mestieri dei pescatori siciliani, creando un ponte culturale tra le loro tradizioni e l’innovazione tecnologica, attraverso il portale che metterà insieme i borghi marinari più interessanti della Sicilia”, ha spiegato Luca Sammartino, assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea.
Il registro è stato redatto sulla base delle indicazioni dell’Unesco, al fine di implementare la Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità e la Lista del patrimonio immateriale che necessita di urgente tutela, come spiega Leonardo Catagnano, Dirigente responsabile Servizio 4 – Sviluppo locale e identità culturale del Dipartimento della pesca mediterranea: “Il Reimar nasce con l’ambizione di estendere la tutela dell’Unesco al ricchissimo patrimonio culturale della pesca mediterranea, in un percorso piuttosto lungo finalizzato alla salvaguardia dei suoi beni immateriali che riguardano, ad esempio, il patrimonio verbale dei pescatori e delle loro famiglie, i mastri d’ascia, le cialome dei tonnaroti ed altre espressioni culturali. Evidenziamo un patrimonio fruibile affinché pesca e borghi richiamino visitatori”.