Cresce di nuovo la preoccupazione per le sorti del cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono, che è fermo dal mese di ottobre. Sei mesi di stasi e all’orizzonte non si intravede nessun segnale di ripresa. Anche perché i problemi economici si accavallano. Il 5 maggio si terrà un’assemblea in cantiere con tutti i lavoratori per fare il punto della situazione e organizzare le prossime iniziative di protesta sia nella sede del cantiere, a Cefalù, che sotto la sede dell’assessorato regionale alle Infrastrutture.
Malgrado l’intervento sostitutivo della stazione appaltante Rfi, che ha utilizzato le somme del decreto Aiuti per saldare gli stipendi di gennaio e febbraio ai lavoratori, concedendo anche all’azienda una riserva di risorse per il mese di marzo, ad oggi mancano all’appello di nuovo due mensilità. La Toto non ha pagato lo stipendio di marzo e in vista c’è la scadenza di aprile.
A distanza di venti giorni dal saldo del precedente debito, è aumentata anche l’esposizione debitoria dell’impresa nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile, che ormai si attesta a 10 milioni di euro. “Il rischio che salti l’opera è sempre più concreto – lanciano l’allarme i segretari generali di Fillea Cgil Palermo, Feneal Uil e Filca Cisl Palermo Trapani Piero Ceraulo, Pasquale De Vardo e Francesco Danese – Con un’esposizione debitoria così ingente nei confronti di tutti gli istituti previdenziali, con le mensilità arretrate che crescono e con nessuna informazione sulla ripresa dei lavori, il rischio che tutto resti fermo per noi è più che palese”.
Se la Toto non riprenderà a lavorare, non potranno essere prodotti nuovi stati d’avanzamento lavori e di conseguenza non potranno essere liquidate somme per pagare gli stipendi dei lavoratori. “Sembra che ogni sforzo si stia infrangendo contro un muro, siamo in un vicolo cieco – proseguono Ceraulo, De Vardo e Danese – Il 5 per l’assemblea chiameremo ad uno ad uno tutti i lavoratori, che da mesi sono a casa, anziché in cantiere a lavorare. La Toto deve dire come intende risolvere i suoi problemi di liquidità e procedere. La stessa Rfi, con tutti gli aiuti dati e il progetto di variante dell’opera già definito, non può fare altro”. Un mese e mezzo fa Fillea, Feneal e Filca avevano chiesto l’intervento della Regione siciliana e dell’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò. “Non è arrivata nessuna risposta. Pertanto ribadiamo la necessità di un confronto perché la situazione è diventata ingestibile – proseguono i segretari provinciali di Fillea, Feneal, Filca – Se non si riesce a completare il raddoppio ferroviario, con la tratta Castelbuono- Ogliastrillo, è veramente fuorviante parlare di ponte sullo Stretto. Se neanche le opere in corso riescono a essere completate, quale sarà il futuro delle opere infrastrutturali previste dal Pnrr che dovranno partire? Il rischio è il crack tra risorse che si possono spendere e quello che si stanno spendendo per realizzare infrastrutture strategiche”.
I sindacati degli edili intendono insistere sulla strada dell’intervento sostitutivo di Rfi, l’unica che ha consentito finora di ottenere qualche risultato, almeno sul fronte stipendi. “Chiediamo adesso di pagare marzo e aprile – continuano Ceraulo, De Vardo e Danese – La strada per il pagamento degli stipendi rimane chiara ma resta incerto tutto il tema legato al completamento di quest’opera. Da ottobre denunciamo lo stato di crisi e il fermo del cantiere. E se dopo sei mesi le attività non riprendono, sempre più probabile appare il rischio di un fallimento societario e dell’ennesima incompiuta”.