PALERMO (ITALPRESS) – Cambio di timoniere all’Associazione dei comuni siciliani. E’ Paolo Amenta il nuovo presidente dell’Anci Sicilia, eletto all’unanimità durante la XII Assemblea dell’associazione, che si è svolta al San Paolo Palace, a Palermo. Sindaco di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, Amenta è stato il candidato unitario. Succede a Leoluca Orlando, in carica dal 2014.
Una standing ovation della platea ha salutato il neo presidente, che ha snocciolato subito quali saranno le priorità: “La mamma delle battaglie sarà l’approfondimento di tutta la materia del federalismo fiscale, dell’armonizzazione dei bilanci, ma anche quella dei fabbisogni standard e dei livelli essenziali delle prestazioni – ha detto in apertura del suo intervento -. Vogliamo capire come far crescere i territori e migliorare la qualità dei servizi per i siciliani. Situazione complicata ma ce la metteremo tutta per far capire che vogliamo cambiare passo”.
Cosa conserverà della presidenza Orlando? “L’idea di un’Anci unita e compatta davanti ai problemi dei Comuni – nè di destra, nè di sinistra – rifiuti, caro bollette, politiche sociali: su questi temi sfideremo le istituzioni sopra di noi”. Quanto alla legge di Stabilità, in cantiere all’Ars, Amenta ha tuonato: “Non siamo contenti per l’assalto alla diligenza fatto in commissione Bilancio. Si tratta di fondi chiesti dai vari deputati, che non hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità dei comuni. Da non dimenticare, poi, il fatto che da anni compartecipiamo al disavanzo pubblico e regionale con il fondo delle autonomie, ridotto in dieci anni da 900 a 200 milioni. Mi aspetto che il governo cambi passo sulla Finanziaria. Al momento non arrivano notizie incoraggianti”. A conclusione dell’intervento il presidente Amenta ha sottolineato ancora una volta la “necessità di lavorare tutti insieme per valorizzare i territori e per assicurare un futuro più sereno ai siciliani”.
Presenti all’Assemblea il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Mesina, l’assessore regionale al Territorio Elena Pagana, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il presidente del Consiglio nazionale di Anci Enzo Bianco. Prima dell’elezione del neo presidente, l’Assemblea, che ha eletto anche il Consiglio regionale, è stata scandita da vari interventi. Al centro, la questione del mancato adeguamento delle indennità degli amministratori locali a quelle del resto d’Italia: “Facciamo un incredibile fatica a comprendere come mai in Sicilia, a distanza di un anno, gli stipendi dei sindaci non siano ancora state adeguati a quelli dei Comuni del resto d’Italia”, ha detto Mario Alvano, segretario generale dell’Anci, rivolgendosi all’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina e ai deputati regionali presenti all’assise. Sullo sfondo c’è una norma nazionale che, a fine di dicembre del 2021, ha stabilito che i sindaci di (quasi) tutta Italia debbano guadagnare di più. In Sicilia, regione a statuto speciale, deve essere il Parlamento a stabilirlo. Cosa che finora non ha fatto. “Non è una rivendicazione di casta o corporazione ma un fatto dovuto per mettere l’Isola al pari del resto d’Italia”, ha aggiunto Alvano.
Appello poi raccolto dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, durante il suo intervento: “L’adeguamento degli stipendi non è un privilegio. La reticenza è stata dovuta al fatto che nel passato si guadagnava troppo. Ma oggi è una richiesta giusta – ha sottolineato – Non si tratta di centinaia di migliaia di euro, ma di 11 milioni. E’ necessaria la volontà politica per farlo”.
Sul tema degli stipendi, è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “E’ ridicolo questo dibattito sull’indennità degli amministratori. In Sicilia c’è la vocazione al francescanesimo. E’ umiliante, come se fossimo i bambini che stanno rubando la marmellata. Io sono tornato a guadagnare quanto percepivo da giovane assistente universitario”. Sentito ed emozionato l’intervento del presidente uscente, Leoluca Orlando. “L’Autonomia differenziata è inaccettabile. Non si può immaginare di avere un Paese di serie A e B con la violazione dei principi di eguaglianza che riguardano la salute, il lavoro, la scuola, l’assistenza sociale”. E durante l’intervento di Orlando non sono mancati applausi ai magistrati e alle forze dell’ordine per la cattura di Matteo Messina Denaro. “Non vinceremo contro la mafia fintanto non saranno colpite le collusioni con pezzi di istituzioni e società”. Il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, ha posto l’accento sul fatto che “sono pochi i sindaci in Sicilia che hanno risposto a un questionario del ministero dell’Interno sul tema delle intimidazioni agli amministratori locali. Dispiace dovere registrare questa poca collaborazione. E’ un momento storico cruciale, ci vuole un cambio di mentalità. Vorrei invitarvi a una maggiore collaborazione. Noi siamo a fianco dei Comuni, ma i Comuni devono essere a fianco della Prefettura”.
Sul tema dei fondi agli Enti locali, l’assessore Andrea Messina, si è detto preoccupato, perchè “c’è un tentativo all’Ars di aggressione al fondo per le autonomia da 327 milioni per le spese correnti che il governo ha previsto nella manovra finanziaria. Con queste riserve si cerca di finanziarie altre piccole attività o ancora peggio piccoli investimenti. Ho massimo rispetto per le dinamiche parlamentari, ma non ha senso che noi prevediamo un budget di 327 milioni ma poi si spostano risorse su altre finalità facendo ridurre il fondo a 280-260 milioni di euro. Noi difenderemo le nostre scelte”.
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