Partiranno il prossimo 25 ottobre, a Bagheria, ed il 29 ottobre a Gangi i laboratori teatrali dell’Officine Teatrali QuintArmata. L’associazione, con il progetto “L’Aperto. Connessione ai margini”, è fra le vincitrici del bando “Periferie” finanziato dal Ministero della Cultura e promosso dalla Città di Palermo e dalla Città metropolitana di Palermo. Il progetto verrà realizzato in collaborazione con Casa Teatro di Bagheria e con i Comuni di Bagheria, Gangi, Petralia Soprana e Petralia Sottana.
I laboratori, della durata di 12 ore ciascuno, saranno principalmente rivolti a soggetti con condizioni sociali svantaggiate. “Il nostro obiettivo – afferma il regista Santi Cicardo – è quello di promuovere una cultura inclusiva e tollerante attraverso il sapere teatrale e i linguaggi delle arti visive, concentrando la nostra azione in territori fortemente condizionati da una marginalità determinata da fattori diversi: geografici, socioeconomici, dove le occasioni di interscambio e crescita culturale si fanno sempre più rare.”
A Bagheria il laboratorio si lavorerà in sinergia con “La casa dei Giovani – Comunità terapeutica”. A Gangi invece con le diverse associazioni di volontariato madonite che si occupano di ragazzi disabili, fra cui l’associazione Dimensione Uomo.
Alla fine dei laboratori verranno prodotti dei video che vedranno i partecipanti protagonisti di messaggi tesi a sensibilizzare le loro comunità su tematiche di particolare rilevanza sociale, fra questi: la violenza sulle donne, l’emarginazione, l’auto-eclusione dai processi decisionali, la partecipazione civile, l’arte e la bellezza come atto fondativo della convivenza sociale. Il progetto si propone anche di raccogliere e sintetizzare in queste “pillole creative”, pensate sullo stile delle “pubblicità progresso” anche le istanze spontanee dei territori.
LA SCELTA DEI TERRITORI
“L’Aperto. Connessioni ai margini” si svolgerà in due territori che a diverso titolo possono considerarsi periferie: Bagheria e le Alte Madonie (Gangi, Petralia Sottana e Petralia Soprana). Nel primo territorio le questioni della disgregazione sociale, della povertà, dell’auto-esclusione dai processi decisionali di gran parte della cittadinanza, della micro e macro criminalità, della dispersione scolastica si fanno stridenti ed evidenti, tanto da poterli assimilare in gran parte a quelli delle grandi città. Nel secondo territorio invece, piuttosto che trovarsi di fronte a una periferia sociale classicamente intesa, ci si trova dinanzi a un margine geografico sempre più depresso economicamente, lontano e isolato dagli eventi artistici, in continua fase di spopolamento”.