Giardini del Massimo, quattro “geni” della cucina e della mixologist celebrano l’abbinamento piatti-cocktail

Redazione

Palermo - Costume & Società

Giardini del Massimo, quattro “geni” della cucina e della mixologist celebrano l’abbinamento piatti-cocktail
La cena dedicata al pairing tra i piatti preparati da due grandi chef con le creazioni di due bartender

06 Ottobre 2022 - 11:46

Un matrimonio perfetto si è celebrato ai Giardini del Massimo, il nuovo ristorante inaugurato qualche tempo fa all’interno di uno dei teatri più belli del mondo. A Palermo è andata in scena, è il caso di dire, una serata da grandi piatti e cocktail ricercatissimi. Protagonisti quattro “geni” della cucina e del mondo della mixologist. Gianvito Gaglio, resident chef dei Giardini del Massimo, che ha ospitato il collega e amico Emin Haziri, chef del ristorante una stella Michelin Bistrot Cannavacciuolo di Torino.

I due si conoscono proprio dai tempi dell’accademia di Antonino Cannavacciuolo, frequentata quando il mondo della cucina era un sogno che stava per avverarsi. A poca distanza, a lavorare fianco a fianco, c’erano Leonardo Romano, bartender dei Giardini del Massimo e Filippo Sisti Mixology Specialist di Compagnia dei Caraibi, l’inventore della “cucina liquida”. Insieme hanno creato cocktail perfetti per i piatti ideati dai due chef. La cena è stata organizzata da Compagnia dei Caraibi in collaborazione con Palermo Chef&Mixologist Dinners: Spettacolari Cene in Compagnia e aveva un feel rouge molto chiaro: valorizzare i prodotti del territorio e renderli più “internazionali”.

Sui tavoli dei commensali presenti, dunque, dal polpo, caponata e patata dolce allo sgombro, barbabietola e yogurt, per passare poi al riso, burro affumicato, carbone vegetale e limone salato e i cavatelli allo zafferano, prosciutto di alalunga e maialino nero dei Nebrodi. Di impatto visivo e gustativo l’assoluto di nero, una seppia con il suo nero che ha lasciato senza parole i presenti. Per poi finire in bellezza con vaniglia, frutto della passione e lamponi. Accanto ai piatti, le creazioni di Romano e Sisti, noto per essere un bartender sui generis, anzi, come dice lui, “con tanto di divisa da chef”. Perché per i suoi cocktali usa sia tecniche della cucina che quelle tipiche del bartending. Usa forni, piastre, affumicatori e abbattitori. Il risultato sono creazioni dai sapori perfettamente bilanciati e in armonia. E i bicchieri vuoti hanno confermato la bontà dei cocktail di Sisti.

“Una serata all’insegna della crescita professionale, non solo mia, ma anche della brigata – dice Gianvito Gaglio – Mi piace tantissimo questa sorta di gemellaggio con altri colleghi. Sono davvero contento del percorso che si sta facendo qui a Palermo. Un buon trampolino per permetterci di continuare a crescere e imparare”. “La mia prima volta a Palermo e devo dire che è stato molto bello – dice Haziri – Gianvito non è solo un collega, è un amico. Una serata bellissima e i piatti sono usciti bene. La location è fantastica. Io, come sapete, sono cultore di pochi ingredienti nei miei piatti: tre, quattro, ma spinti al massimo”.

“Una proposta che la città merita – prosegue Romano – Bisogna alzare il livello della miscelazione e della proposta gastronomica. C’è la necessità di alzare ancora di più l’obiettivo e proporre questo tipo di pairing, abbattendo i muri e le convinzioni che i piatti vadano solo abbinati ai vini. Si possono bere cocktail mangiando primi, secondi o dessert”. “La mia cucina liquida? – dice Sisti – Uso semplicemente tecniche di cucina al bar, quindi manipolo la materia prima come fossi uno chef. I miei drink sono molto complessi, con ore e ore di preparazione. Io spingo sempre di più, cerco di far provare emozioni nuove ai miei clienti, creando, magari sapori nuovi utilizzando però materie prime comuni”.

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