Faraone ha scelto di candidarsi in Sicilia: “E’ la mia terra, dove sono cresciuto, dove ho studiato. Tanti hanno deciso di essere ‘paracadutatì, io ho deciso di essere candidato dove faccio politica e dove si può avere un riscontro del mio lavoro”, spiega. “Temo l’astensionismo: se una donna come la Brambilla, di Lecco, viene ricandidata dal suo partito in un collegio che non è il suo, in Sicilia, prende i voti e scappa: questo è un fenomeno che allontana gli elettori dalla politica”, così come fanno “le promesse a go go che vengono fatte in campagna elettorale”. Bisogna puntare “sulla coerenza: il centrodestra e il centrosinistra sono due coalizioni litigiosissime che non potranno mai stare insieme, mentre il terzo polo mette insieme uomini e donne coerenti. Il voto al Terzo polo serve a riportare Draghi al governo del Paese”.
A prescindere da chi vincerà le elezioni, comunque, “non credo che la democrazia sarà in pericolo” ma “spero tanto che si riesca a dare un segnale a Conte, che andrebbe denunciato per danni all’immagine del popolo del sud che invece ce la vuole fare da solo e ce la può fare da solo”, ha detto rispondendo poi a una domanda sul reddito di cittadinanza. Un tema prioritario da risolvere al sud “è il lavoro: l’immagine che stiamo dando del sud in questa campagna elettorale è devastante e lo imputo al Movimento 5 Stelle. Resto convinto che serva uno strumento per la povertà: tutti coloro che ne hanno bisogno devono essere sostenuti, con assistenza fino a quando non avranno una pensione degna. Per chi può lavorare, credo che lo Stato debba tagliare le tasse, in modo che si possa lavorare senza avere stipendi da fame” e non “lasciare a casa i ragazzi che possono lavorare con una paghetta”.
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