PALERMO (ITALPRESS) – Le competenze prima dei proclami, la questione energetica prima della campagna elettorale: Carlo Calenda sceglie la cornice dei giardini del teatro Massimo per lanciare la campagna elettorale di Gaetano Armao, candidato del terzo polo alla Regione, ma lo fa rivolgendosi agli altri leader politici ancor prima che all’elettorato.
Troppo importanti, per il leader di Azione, le emergenze da affrontare nell’ultimo mese del governo Draghi per concentrarsi interamente sulla campagna elettorale: così partono da un lato l’invito a collaborare tutti per evitare “la tempesta perfetta rappresentata da un prezzo dell’energia fuori controllo e da un attacco al debito senza precedenti”, dall’altro le accuse a quelle figure (Conte, Salvini e Berlusconi) ritenute responsabili della caduta di Draghi e del voto anticipato. Calenda attacca anche le presunte ambiguità del centrosinistra: “Letta prima dice no ai cinque stelle e poi va con Bonelli e Fratoianni, prima dice sì all’agenda Draghi e poi si allea con chi lo ha sfiduciato”.
Il leader di Azione, accompagnato da Armao, Teresa Bellanova e Davide Faraone, evidenzia poi come “oggi si vota principalmente per moda: ieri Di Maio, poi Salvini, oggi Meloni. Ma se non hai esperienza appena inizi a governare fallisci quasi subito. Siamo stanchi di una politica che per trent’anni è stata fatta solo di opposizione ideologica”. E sempre riguardo alla mancanza di esperienza Calenda si sofferma sul linguaggio politico di Cateno De Luca: “Se i siciliani vogliono votare lui perché urla più forte in televisione sono fatti loro, ma chi vota di solito sceglie di affidarsi a persone che siano brave non a fare un video, bensì a gestire e amministrare. Armao possiede entrambe queste caratteristiche”.
E proprio l’ex assessore all’Economia del governo Musumeci si sofferma sui colpi di scena delle ultime settimane: “Lo spettacolo cui abbiamo assistito è stato indecoroso: si è parlato solo di nomi e di cariche da spartire, mai di programmi da mettere in campo -, sottolinea, – Il nostro compito è caricarci sulle spalle la responsabilità di questo cambiamento: fare innovazione è possibile anche in un contesto di difficoltà e arretratezza”. Poi l’affondo nei confronti dell’ex compagno di partito Gianfranco Miccichè: “La gestione del parlamento siciliano da parte sua è stata davvero incredibile: ha cercato in tutti i modi di mettere le mani sulla gestione amministrativa. Inoltre non ha mai parlato di che Sicilia vuole per il futuro, ma solo di averla tutta per sé: vedremo come si comporterà in questo mese di campagna elettorale”.
Per Bellanova due sono le priorità da trattare in campagna elettorale: sanità e riforme. “Basta con promesse impossibili da mantenere, servono più soldi da investire nella sanità pubblica e investimenti che facciano ripartire le imprese, soprattutto qui al Mezzogiorno -, spiega la viceministro delle Infrastrutture, – Fare riforme significa parlare di lavoro e non di assistenzialismo. Per un maggiore sviluppo servono gli investimenti e non provvedimenti inutili come il reddito di cittadinanza”.
Su quest’ultimo si sofferma anche Faraone, per il quale “qui al sud non è facile toglierlo come lo sarebbe al nord, bisogna piuttosto rimodularlo”. Poi l’attacco al suo vecchio partito: “Il Pd ha detto no a tutte le nostre proposte pur di rimanere insieme ai 5 Stelle e alla fine si sono separati. Draghi era un fuoriclasse che compensava i limiti del nostro paese ed è stato letteralmente umiliato dal Movimento”. (ITALPRESS)
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