“Caporalato e lavoro irregolare rappresentano due facce della stessa medaglia e due emergenze sulle quali si gioca il livello di civiltà del nostro Paese. Si tratta di tematiche interconnesse che investono il tema della legalità e della lotta alle mafie”, è il commento del segretario Feneal Uil Tirrenica Pasquale De Vardo, sull’operazione portata a termine dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro in due cantieri a Petralia Sottana e Petralia Soprana (LEGGI QUI).
“L’operazione portata a termine dalle forze dell’ordine è la certificazione del grado di insicurezza in cui sono costretti a lavorare i nostri compagni edili. Il sindacato, da sempre, ha posto e pone l’accento sulla necessità di mettere al centro di un’azione di forte contrasto a questi fenomeni da parte dell’autorità inquirente e delle forze dell’ordine”, ha aggiunto De Vardo -. Reputiamo indispensabile liberare i lavoratori che a causa del bisogno, frutto di una povertà dilagante, sono veri e propri ostaggi di attività e pratiche illegali e pericolose. Certamente sono stati compiuti molti passi in avanti grazie ad una legislazione molto più attenta e ai controlli delle forze dell’ordine, insieme ai vari protocolli sottoscritti con le istituzioni, non ultimo quello col presidente della Regione Siciliana Renato Schifani”.
“Ma tutto questo ancora non basta – dice ancora il sindacalista -. I caporali sono ancora una tragica realtà anche nel settore edile e non solo nel mondo dell’agricoltura come spesso si pensa. Nel nostro settore vi sono percentuali paurose di lavoratori in nero che vengono reclutati con modalità indecenti, da personaggi che sono dei schiavisti. Noi come Uil – conclude De Vardo -, denunciamo quotidianamente agli organi preposti ogni situazione di cui veniamo a conoscenza, il Sindacato vuole fare la sua parte ed è pronto ad ogni iniziativa per sdraricare questo triste fenomeno. Siamo pronti a mettere in campo una lotta senza quartiere per il lavoro legale e contro la proliferazione di caporali che reclutano lavoratori sia stranieri che italiani”.