Il tribunale di Termini Imerese, presieduto da Vittorio Alcamo, dopo la prima udienza del processo a carico del sindaco di Cerda e deputato regionale Salvo Geraci, su richiesta dell’avvocato difensore Vincenzo Lo Re, ha dichiarato, per quanto riguarda i tre capi di imputazione per abuso d’ufficio, di non doversi procedere, perché il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato. Nel corso della stessa udienza – si legge in una nota diramata dal sindaco – è stato poi sentito il principale teste d’accusa, il comandante dei Vigili urbani di Cerda Giuseppe Biondolillo, che avrebbe ribadito di avere subito pressioni dal sindaco per scrivere al Questore al fine di mantenere il percorso della processione del Venerdì Santo del 2022, che lo stesso Questore aveva ordinato di modificare, per evitare che la stessa passasse in prossimità dell’abitazione di un soggetto agli arresti domiciliari.
Nella nota diramata da Salvo Geraci si legge anche che, durante la sua deposizione, Biondolillo avrebbe confermato che “non si ricordano nella storia della processione segni di riverenza nei confronti di alcun indiziato o condannato di mafia.” Rispondendo alle domande dell’avvocato Lo Re, Biondolillo avrebbe anche riconosciuto che il sindaco motivava la sua richiesta di mantenimento del percorso originale per ragioni di tradizione cinquantennale e perché il luogo in cui avveniva l’incontro delle statue portate in processione, era la piazza principale del paese, idonea ad accogliere migliaia di fedeli, idonea anche a garantire i requisiti di sicurezza.
Biondolillo – sempre stando a quanto riportato nella nota del sindaco di Cerda – avrebbe negato l’esistenza di ragioni di contrapposizione personale o politica con il sindaco ed in particolare di avere partecipato a manifestazioni elettorale a favore di candidati avversari di Geraci. Ma – conclude la nota: “a questo punto la difesa ha prodotto la foto di una manifestazione elettorale del 2018 in cui Biondolillo interveniva a favore dell’avversario di Geraci, cioè per il candidato Mario Cappadonia”.