Nella seduta del Consiglio dell’Unione dei Comuni Madonie di sabato 28 dicembre scorso, è stata approvata a maggioranza l’acquisizione di 176 azioni di SoSviMa spa, per un totale di 17.952 euro, pari al 13,44 % del capitale sociale. “Non è chiaro se le azioni che l’Unione ha acquistato sono attualmente in capo a SoSviMa, su chi le ha dismesse, o se si tratta di un semplice aumento di capitale sociale” si legge in una nota del gruppo consiliare Costituente per Castelbuono, che precisa: “il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica un obbligo di motivazione che deve riguardare tre profili: convenienza economica, sostenibilità finanziaria, scelta della gestione diretta o esternalizzata.
“Ma – sostiene il gruppo consiliare del quale fa parte la consigliera dell’Unione delle Madonie Anna Maria Cangelosi – la motivazione analitica è apparsa molto debole, per di più il terzo profilo non è stato analizzato rendendo l’adempimento incompleto rispetto a quanto prescritto dal TUSP”. Per questi motivi Cangelosi, dopo aver evidenziato le criticità, ha espresso il suo voto contrario alla delibera come anche altri consiglieri, mentre altri ancora si sono astenuti.
“L’Unione – si legge nella nota diramata dalla Costituente per Castelbuono – ha ritenuto necessario assicurarsi la costante presenza di un soggetto tecnico-esecutivo che supporti l’Unione per il raggiungimento degli obiettivi amministrativi da implementare, per il ruolo importante e i notevoli risultati ottenuti nel tempo da SoSviMa. Naturalmente, tra i risultati prodotti non si fa cenno al piano demografico, perché, come tutti sappiamo, a fronte di 300 milioni di investimenti, così come si legge in delibera, i nostri paesi stanno diventandopaesi fantasma, segno che questi investimenti non hanno prodotto risultati significativi.Ma il punto è un altro. Finora SoSviMa ha già reso questi servizi all’Unione anche senza la partecipazione societaria, così come li rende ai singoli Comuni (oltre che ai privati, siano essi soci o non soci), a fronte di importi di volta in volta definiti nei singoli progetti, ma anche di quote che i Comuni pagano annualmente a SoSviMa e all’Unione dei Comuni che, a sua volta, paga nuovamente SoSviMa. Adesso i Comuni saranno due volte soci di SoSviMa, una volta singolarmente e una volta come Unione, una duplicazione di rapporto societaria inaccettabile in quando doppiamente pagata dai cittadini madoniti.”
“La convenienza economica risiederebbe nel fatto che l’Unione, invece di farsi carico del costo annuo di 3,50 euro per ogni abitante delle Madonie e del Vallone, come fanno i Comuni (informazione errata inserita in delibera), godrebbe di un costo di favore di 10.000 euro annui, così come concordato per le vie brevi con l’Amministratore Unico di SoSviMa. Quindi, l’Unione dei Comuni delle Madonie prende in considerazione “le vie brevi” al pari di iter procedurali ufficiali e sarà felice di sborsare 18.000 euro subito e 10.000 euro annui, più la quota annuale già versata, più gli importi relativi ad ogni singolo progetto. Giusto per fare un esempio, per il Progetto del Pnrr M2C4 – I4.2 di Mappatura, digitalizzazione, ricerche perdite e interventi di distrettualizzazione, di manutenzione e di ripristino delle reti di approvvigionamento idrico”, di 17 milioni e mezzo di euro, SoSviMa ha ricoperto il compito di Project Manager a fronte di ben 168 mila euro di parcella. È doveroso precisare – si nelle ancora nella nota – che la questione della quota annua di 3,50 euro per abitante è errata, in quanto questo è successo fino al 2021, anno in cui la quota di servizio è stata slegata dal numero degli abitanti e trasformata in una quota unica in valore assoluto. Si è così superata la grave questione del conteggio del numero degli abitanti fissato al 2001 che ha portato i Comuni, per venti anni, a pagare anche per abitanti che non c’erano più. Un danno erariale notevole.”
“Sulla sostenibilità finanziaria, la motivazione – secondo la Costituente per Castelbuno – appare ancora più carente. Il Tusp afferma che l’esame non può basarsi sul mero apporto iniziale di capitale sociale, ma deve valutare anche i costi di gestione. Quindi, bisogna escludere che l’organismo societario sia strutturalmente in perdita, come a quanto pare sia successo nel passato, quando SoSviMa avrebbe avuto ripetute perdite di esercizio. Nella delibera viene indicato il fatturato degli ultimi tre anni di SoSviMa, ma la solidità patrimoniale dipende anche da crediti, da debiti e da tanto altro. Nel Bilancio 2023 di SoSviMa sono indicati 1.777.193 euro di crediti, perdite portate a nuovo per 30.050 euro, debiti di 2.827.783 euro di cui 1.913.320 euro verso banche per due mutui. Azioni normali per una società, ma di cui l’Unione dovrà farsi carico in modo proporzionale alle quote detenute, in contrasto con il divieto di soccorso finanziario di cui al Tusp. Infine, come anticipato, la delibera non motiva la scelta della gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato. Il Tusp afferma la necessità della tutela e della promozione del mercato ma l’Unione dei comuni non spiega perché sceglie di produrre beni e servizi affidando tutto a SoSviMa e non, invece, agendo attraverso procedure di evidenza pubblica, aprendo la partecipazione a studi di progettazione o giovani professionisti piuttosto che fare sempre la stessa scelta, giustificata dall’idea che tecnici bravi e competenti come quelli non ce n’è, e che altrimenti rischiamo di perdere i finanziamenti.”
“Le politiche messe in campo fino ad oggi – si legge nelle conclusioni della nota – non hanno funzionato ed è tempo di affidare almeno una parte della progettualità ai giovani professionisti che oggi regalano la loro vivacità intellettuale al Nord Italia o a Paesi esteri. Tra l’altro, con i soldi che paghiamo a tutti questi enti, ogni comune ne avrebbe a sufficienza per organizzare un gruppo di lavoro fatto di esperti, di giovani laureati che non sarebbero, così, costretti ad andare via dalla nostra terra. Il Consiglio dell’Unione, approvando la delibera di acquisire le quote di SoSviMa, si è assunto una responsabilità della quale in futuro potrebbe essere chiamato a rispondere, anche di fronte alla Corte dei Conti. Ma soprattutto dovrà risponderne ai cittadini delle Madonie, che non possono più tacere di fronte alle case vuote, alle attività che chiudono, ai biglietti aereo alle stelle che rendono pure difficile ai nostri figli perfino di tornare nelle feste.
LA REPLICA DELL’UNIONE DEI COMUNI
A fronte delle considerazioni del gruppo “Costituente per Castelbuono” abbiamo chiesto una replica all’Unione dei Comuni che così risponde punto per punto:
Aumento di capitale o azioni già emesse: Si tratta di una quota parte delle azioni detenute dall’Ente Parco delle Madonie e dismesse dallo stesso, non di nuove azioni emesse dalla società.
Convenienza economica: La SO.SVI.MA. Spa, nella qualità di Agenzia di Sviluppo delle Madonie, eroga una molteplicità di servizi nei confronti degli enti pubblici che aderiscono alla stessa e quindi ne detengono parte del capitale. Detti servizi vengono erogati a fronte del versamento di una quota di servizio annua il cui ammontare è determinato dall’assemblea dei soci. In origine questa quota di servizio era stata fissata pari a 3,50 euro in ragione degli abitanti e da due anni a questa parte è stata definita in maniera fissa. Il relativo introito consente di coprire i costi di gestione e del personale in capo all’Agenzia, interamente dedicato all’erogazione di prestazioni così sinteticamente raggruppabili:
Dal momento che l’Agenzia non opera sul mercato, queste attività vengono erogate soltanto nei confronti degli enti pubblici soci, ragione per cui la condizione di accesso agli stessi è determinata dal detenere parte del capitale sociale. Infine non appare superfluo rappresentare che nel caso dell’Unione, proprio per la specifica soggettività rappresentata, a fronte dei servizi erogati non dovrebbe farsi carico, al pari dei comuni, del costo annuo determinato in origine applicando il valore di 3,50 per il numero di abitanti ma godrebbe di una notevole riduzione dovendo versare all’Agenzia una quota annua fissa pari a 10.000 annui.
Sostenibilità finanziaria: La Sosvima Spa da cinque anni chiude i propri bilanci in attivo e non ha alcuna esposizione con le banche nel breve periodo. È esposta con Unicredit per l’accensione di due mutui contratti nel 2008 ed utilizzati per la realizzazione di 14 impianti fotovoltaici di proprietà dei comuni e gestiti dalla stessa. I mutui sono stati negli anni coperti con le entrate derivanti dalla produzione e dalla vendita di energia oltre che dalla cosiddetta tariffa incentivante erogata dal GSE Spa. Tra poco meno di due anni andrà a scadere la Convenzione tra i Comuni e la Sosvima. Spa e gli impianti con le relative entrate ed al netto delle rate di mutuo che nel frattempo saranno state pagate, passeranno nella piena titolarità dei comuni che avranno un beneficio economico annuo di circa 550.000 euro.
Gestione diretta o esternalizzata: È del tutto fuori luogo l’affermazione che la presenza di Sosvima Spa abbia rappresentato un impedimento alla crescita dei liberi professionisti o di studi professionali. È esattamente il contrario: dal momento che la Sosvima Spa non si è mai occupata né si occupa di redigere progetti puntuali e/o specifici ma ha sempre lavorato sui cosiddetti progetti di territorio (solo per citarne alcuni Patto Territoriale, Patto Agricolo, POP 1994-1999, PRUSST, PIT 31 “Reti Madonie”, PIST, SNAI, Progetto Pilota Madonie, PN Metro Plus, etc.). Questo ha determinato un incremento di richieste di servizi a professionisti che è stato coperto da centinaia di professionisti chiamati, tramite procedure di evidenza pubblica, a svolgere incarichi di progettazione dai soggetti beneficiari degli investimenti, ovvero comuni e imprese.