L’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha ufficializzato l’affidamento dei lavori di scavo archeologico del teatro ellenistico-romano dell’antica città di Alesa Arconidea, situata nel comune di Tusa (Messina). L’incarico è stato assegnato alla ditta Cavarra Vincenzo Srl, sotto la supervisione del Parco Archeologico di Tindari, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni culturali e Ambientali di Messina e la missione archeologica dell’Università Picardie Jules Verne di Amiens, responsabile della scoperta del monumento.
“Lo scavo del teatro e la sua restituzione alla comunità – ha dichiarato Giuseppe Natoli, direttore del Parco Archeologico di Tindari – rappresentano un’opportunità straordinaria per il rilancio del sito e per il potenziamento dell’offerta culturale e turistica dell’intera area. Il progetto mira non solo alla valorizzazione di un patrimonio di eccezionale valore storico, ma anche a generare ricadute economiche e sociali positive per il territorio”. Il Teatro, un’imponente struttura pubblica risalente all’epoca greco-romana, è ritenuto un ritrovamento di primaria importanza per le sue dimensioni e il notevole stato di conservazione degli elementi architettonici. Secondo l’architetto Natoli, questo intervento “segna una tappa fondamentale nella storia dell’archeologia siciliana”.
Un risultato di collaborazione e visione strategica
L’affidamento dei lavori è il frutto di un lungo processo iniziato con l’ex direttore del Parco, Domenico Targia, il quale ha sottolineato l’importanza della sinergia tra enti locali, istituzioni accademiche e amministrazioni regionali. “Dopo la scoperta delle terme romane, questo nuovo intervento darà ulteriore impulso al sito di Alesa Arconidea, rafforzandone il ruolo di polo culturale nel Tirreno settentrionale”, ha dichiarato Targia.
Entusiasta anche il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, che ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione comunale e della missione francese nella promozione del progetto: “Questo teatro è un unicum mondiale che, una volta riportato alla luce, rappresenterà un’opportunità straordinaria per il turismo culturale della Valle dell’Alesa”.
Un capolavoro di ingegneria antica
La professoressa Michela Costanzi, a capo della missione francese, ha spiegato l’importanza storica del teatro: “Costruito nel momento di massima prosperità della città, il teatro non era solo un luogo per spettacoli e assemblee, ma un elemento urbanistico centrale, visibile dal mare e simbolo della ricchezza e del prestigio di Alesa”. Con una capacità di circa diecimila spettatori, l’edificio rappresenta un esempio unico di architettura pubblica antica. La prossima fase prevede la conclusione degli scavi e un programma di restauro conservativo e integrativo, che renderà il monumento fruibile al pubblico, rafforzando così il suo ruolo di attrattore culturale e turistico per tutta la Sicilia.