Cronaca

“No” agli inceneritori, presidio di protesta a Palermo: “Appello al buon senso delle istituzioni”

Si svolgerà mercoledì 27 novembre 2024, in Piazza Indipendenza a Palermo, la presentazione del comitato promotore della “Rete Sicilia Pulita”, che si batterà contro la costruzione dei due mega inceneritori voluti dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani.

La rappresentanza, riunisce associazioni ambientaliste, sindacati, partiti politici, associazioni di volontariato e promozioni sociale, associazioni di tutela dei diritti dei consumatori, sindaci e cittadini. Già nel 2002, l’allora governatore Salvatore Cuffaro, tentò di dare il via al progetto, provocando una sollevazione e la nascita di un primo movimento degli eco-costruttori per una Sicilia pulita. Al presidio, di fronte Palazzo d’Orleans, parteciperanno anche i primi cittadini di Blufi, Castelbuono e Petralia Soprana. “Non possiamo più tacere e far finta di niente – spiega il sindaco Calogero Puleo – oltre ai no della commissione europea, anche la Corte dei Conti, nel rapporto 2021, ha avvisato che gli impianti non possono costituire una risposta concreta all’emergenza rifiuti. Oltre al danno economico, quindi, anche un abnorme rilascio di sostanze potenzialmente tossiche nell’atmosfera. Bisogna promuovere iniziative alternative, puntando sulla raccolta differenziata e alla costruzione di impianti destinati al riciclo, affinché si possano valorizzare materiali che non sono rifiuti, ma fonti di ricchezza. Mi appello al buon senso del popolo siciliano e delle istituzioni. La tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente, fattori di assoluta rilevanza”.

“Stabilimenti di rigenerazione dei prodotti l’unica strada percorribile – aggiunge il neo presidente del Gal e sindaco di Castelbuono, Mario Cicero – chiudere la filiera dei rifiuti in maniera ecologica, creando posti di lavoro”. “Aumentare al massimo la raccolta differenziata anche con soluzioni estreme – aggiunge il primo cittadino di Petralia Soprana, Pietro Macaluso – è necessario raggiungere una quantità di indifferenza marginale, abbattendo le spese, creando una economia circolare”. I due termovalorizzatori, si prevede che saranno operativi nel 2028, costeranno in tutto 800 milioni di euro e avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate all’anno, in grado di produrre energia per 50 megawatt. In Sicilia, si discuteva da anni della necessità di costruire uno o più termovalorizzatori, visto che finora la regione ha dovuto mandare all’estero parte dei suoi rifiuti. Tra gli obiettivi del piano, il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica, depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito ufficio speciale. “L’approvazione del nuovo piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori, in quanto condizione indispensabile. Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025, e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo cosi definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici”.

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