La recente manifestazione delle Olimpiadi ha lasciato in molti giovani l’ispirazione a intraprendere o proseguire una disciplina sportiva, con l’obiettivo di diventare grandi atleti e conquistare qualche medaglia olimpica.
Senza dubbio si tratta di aspirazioni virtuose, che promuovono la sana abitudine di praticare attività fisica, innanzitutto, e, in secondo luogo, sviluppare quel senso di sana competizione e correttezza sportiva che caratterizza queste particolari discipline.
È risaputo, di fatto, che praticare uno sport, specie se a livello agonistico, contribuisce non solo a mantenere in forma il fisico, ma anche a sviluppare tante competenze personali utili nella vita, come nel lavoro.
Spirito di squadra, determinazione, orientamento agli obiettivi, sana competizione, correttezza, desiderio di spingersi oltre i propri limiti sono solo alcuni esempi di soft skill utili nella vita che, se ben acquisiti, possono portare al successo nello sport e oltre.
In tanti, in fondo, sperano di fare della propria disciplina sportiva una fonte di reddito per il futuro, magari nel ruolo di atleti o semplicemente di allenatori o istruttori sportivi. Senza dubbio queste sono le figure più ambite.
Allo stesso tempo, però, soprattutto negli sport di squadra, si può andare oltre i ruoli meramente tecnici e puntare a veri e propri ruoli gestionali e manageriali.
Già da tempo esiste la figura dello sport manager, un vero e proprio direttore in grado di gestire la squadra come un’impresa a tutti gli effetti, curandone gli aspetti economici, finanziari e gestionali.
Quando si arriva a un certo livello agonistico, come squadre di calcio di serie B o serie A, ma anche squadre di pallavolo, ginnastica ritmica, nuoto, basket, pattinaggio e così via, è essenziale organizzare tutto il lavoro del team come fosse un’azienda.
Dai bilanci fino alla ricerca di sponsor e investitori, dall’acquisizione e vendita di atleti, fino alle gare a cui partecipare, le trasferte, gli allenamenti, la logistica, i tecnici necessari a preparare gli sportivi, tutto deve essere gestito con razionalità e competenza.
Ecco allora, come un appassionato di sport può coronare il suo sogno di lavorare magari gomito a gomito con gli atleti del suo cuore, ma nel ruolo di manager.
Esistono, ad esempio, dei percorsi formativi ad hoc, appositamente pensati per fornire le competenze necessarie a svolgere in modo competente questo lavoro, come il master in Sport Management proposto da 24ORE Business School.
Il fiore all’occhiello del master è senza dubbio rappresentato da un approccio fortemente orientato al mondo del lavoro che si realizza dalla selezione dei docenti, tra i manager di maggiore spicco del settore, fino alle metodologie didattiche fondate su project work, study visit e stage aziendali.
Quest’ultimo, in particolare, realizzato in una delle tante aziende partner, come Lega Pallavolo Serie A, Randstad, Macron, Master Group Sport, Sport Lab, TuttoSport e tanti altri, rappresenta la vera chiave d’accesso privilegiata al mondo del lavoro.
Il tasso di conferma post stage, di fatto, si afferma sul 95% e assicura a ogni studente un servizio di affiancamento e orientamento nella ricerca del lavoro, anche al termine del master.
Con i giusti strumenti, la passione necessaria e le migliori competenze acquisite sul campo, anche un lavoro complesso come lo sport manager può diventare di facile accesso per i più ambiziosi.