Cronaca

Anziani, Cgil e Spi: “Nelle Madonie livelli essenziali di prestazione non raggiunti”

Nei paesi delle Madonie la popolazione invecchia ma la spesa sociale rivolta agli anziani invece di crescere continua ad assottigliarsi. Un paradosso denunciato dalla Cgil Palermo e dallo Spi Cgil Palermo all’ultimo tavolo della rete territoriale per la protezione e l’inclusione sociale del Distretto sanitario 35, che comprende 9 comuni, dove si discute di programmazione della spesa. La richiesta ai comuni è di inserire somme aggiuntive nei bilanci. E mancano anche gli assistenti sociali: comuni come Polizzi, Alimena, Bompietro e Castellana Sicula, malgrado i fondi a disposizione, non hanno ancora provveduto all’assunzione in pianta stabile degli assistenti sociali, al contrario di Geraci che ha già provveduto o Blufi che ha pubblicato il bando di concorso.

L’incontro, presieduto dal coordinatore dell’ufficio di piano del distretto, Giuseppe di Ganci, alla presenza di istituzioni, sindacati confederali e dei pensionati e terzo settore, si è svolto presso la sede del Comune di Petralia Sottana. Solo l’0,8 per cento della popolazione anziana delle Alte Madonie oggi usufruisce di assistenza domiciliare socio assistenziale sul totale della popolazione anziana. La spesa, che copriva il 4 per cento della popolazione anziana nel 2013, oggi è ridotta al lumicino. Gli utenti della terza età dei servizi sociali professionali sono passati dai 220 del 2013 ai 140 del 2021, così come l’assistenza domiciliare socio assistenziale era erogata a 285 anziani nel 2013, a 280 anziani nel 2018, a 48 nel 2021 (ultimi dati pubblicati). Un trend che continua. E questo in un territorio dove vivono 7.023 cittadini ultra 65enni, di cui 2.703 ultra 80enni con un indice medio di invecchiamento di 357 anziani ogni 100 giovani al di sotto dei 15 anni.

“Se consideriamo poi l’incremento delle famiglie unipersonali, in media il 39,8 per cento, che aumentano nei Comuni con l’indice di vecchiaia maggiore e che il 30 per cento degli anziani vive con un assegno sociale di 534 euro o con un trattamento ai superstiti di 528 euro, la media del distretto 35, abbiamo individuato una fascia di popolazione anziana, spesso sola, su cui è necessario intervenire”, affermano la segretaria Cgil Palermo Laura Di Martino, il segretario Spi Cgil Palermo Giuseppe Guarcello e Calogero Spitale per la Cgil Alte Madonie.

Il tavolo si è riunito per l’attività di concertazione dei Piani di Attuazione Locale (Pal) del fondo per la lotta alle povertà 2017 e 2022, ovvero per la programmazione degli interventi dei servizi sociali in favore di cittadini in particolare stato di bisogno e marginalità, in attuazione dei patti per l’inclusione sociale. Le somme a disposizione del Pal per il distretto 35 ammontano a 92 mila euro per la programmazione 2017 e a 254.119 euro per la programmazione 2022. Nel corso della riunione sono stati illustrati dagli uffici distrettuali gli interventi ritenuti prioritari fra i quali il rafforzamento del servizio sociale e amministrativo, il Puc, punto unico d’accesso ai servizi sociali, il servizio di prossimità per soggetti in condizione di fragilità, il pronto intervento sociale. Cgil e Spi hanno presentato le loro richieste, tra le quali la necessità di raggiungere il livello essenziale di prestazione (Lep) relativo al rapporto fra assistenti sociali e popolazione “e la necessità dell’effettivo utilizzo e rendicontazione delle somme assegnate con le precedenti programmazioni”.

“La Regione siciliana – spiegano Di Martino, Guarcello e Spitale – ha infatti deciso che a partire da quest’anno per ricevere le risorse dell’annualità 2024 sarà necessario rendicontare il 75 per cento della quota trasferita per l’annualità 2022”. La Cgil e lo Spi avevano già avuto modo di denunciare il mancato raggiungimento nel distretto 35 del rapporto stabilito fra assistenti sociali e popolazione:  “E’ un fatto grave anche perché i Comuni, per l’assunzione di ciascuna assistente sociale, oltre alla quota servizi del Fondo Povertà, possono godere di un ulteriore contributo pari a 40 mila euro per il raggiungimento del rapporto di 1 assistente sociale ogni 5mila abitanti e di 20 mila euro per il raggiungimento dell’ulteriore livello di 1 assistente sociale ogni 4mila abitanti. Così come possono utilizzare risorse proprie come quelle disponibili nel fondo di solidarietà comunale”.

 Spi e Cgil hanno anche evidenziato che con le risorse del Fondo Povertà è possibile procedere all’assunzione di personale amministrativo dedicato alla rendicontazione dei progetti, “vero e proprio tallone d’Achille della programmazione, che rallenta, quando addirittura non blocca, l’afflusso delle risorse economiche al distretto”. 

Spi Cgil e la Cgil, pur riconoscendo che l’ammontare delle risorse impegnate dagli ambiti socio sanitari nelle varie aree d’intervento, viene percentualmente determinata a monte dallo Stato, impedendo la possibilità di adeguare gli interventi secondo le condizioni reali rilevate nei territori,  hanno richiesto in sede di negoziazione che i comuni del distretto 35 impegnino risorse proprie, a cominciare dagli avanzi di Bilancio, per sostenere il welfare locale e gli anziani. E che nei comuni si utilizzi la leva fiscale locale, per prevedere sconti dedicati alla componente più debole della popolazione anziana, a cominciare dall’addizionale Irpef. Sui 9 comuni del distretto, solo uno ha previsto un calcolo multi aliquota, uno il calcolo di un’aliquota unica con esenzione e tutti gli altri invece applicano un’aliquota unica senza esenzione.

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