Niente “settimana corta” per gli studenti della scuola primaria di Petralia Soprana e i plessi di Fasanò e Pianello, almeno per il momento. E’ questa la decisione ufficiale del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo del borgo madonita. E fioccano le polemiche con la palla che rimbalza tra i vari enti e attori interessati, al fine di trovare una soluzione che possa accontentare tutti. Genitori intanto imbufaliti e ormai in rivolta da qualche settimana, in attesa di risposte ufficiali.
Proviamo a fare chiarezza. Nel giugno scorso, con una nota ufficiale, inviata all’allora dirigente scolastico, Sergio Picciurro, al direttore dei servizi generali e amministrativi, al presidente del Consiglio d’istituto e al collegio dei docenti, una rappresentanza della maggioranza dei genitori degli alunni, chiedeva di concedere la “settimana corta”, nel rispetto della volontà e del diritto degli stessi genitori. “Ci troviamo costrette a chiedere un vostro intervento – si legge nella lettera – nel corso degli ultimi 12 mesi la volontà della maggioranza dei genitori è stata ignorata. Il dirigente scolastico, il direttore dei servizi generali e amministrativi e il presidente del Consiglio d’istituto, eletto dalla maggioranza dei genitori, hanno fino ad oggi ignorato le richieste, tenendo conto soltanto del loro personale punto di vista. Rammarico, delusione e sconcerto caratterizzano ormai l’animo dei genitori, che non vedono riconosciuto un loro legittimo diritto, e di molti consiglieri d’istituto e docenti, che non riescono a rappresentare adeguatamente la proposta educativa, per il bene dei propri figli e degli alunni”.
Richiesta accolta, lo scorso settembre, dal nuovo dirigente scolastico, Alberto Celestri. Il Consiglio d’istituto delibera, si parte con la “settimana corta”. No, anzi no, fermi tutti. “Dopo la delibera – spiega il dirigente scolastico – vengo a conoscenza che, il comune di Petralia Soprana, non era mai stato coinvolto in una nuova riorganizzazione dell’orario scolastico. Siamo stati costretti a revocare il provvedimento, in quanto, lo stesse ente comunale, non poteva garantire i fondi necessari per la mensa e spese di gestione, negando, di fatto, il passaggio dai quattro ai cinque rientri settimanali. Mi auguro di poter risolvere la questione nel breve tempo possibile”. “Vengo a conoscenza dell’introduzione della ‘settimana corta’ solo il 9 settembre scorso – ha commentato il primo cittadino Pietro Macaluso –, non siamo stati coinvolti, al fine di poter esprimere la nostra disponibilità, garantendo i servizi necessari che comporteranno una variazione di programma della spesa. Abbiamo approvato il bilancio nella scorsa primavera, non avendo contezza di una rivoluzione. Non chiudiamo la porta, ribadisco la mia disponibilità, ma bisognerà lavorare su assestamenti e variazione di bilancio”.
“Viene da pensare che, al di sopra dell’errore umano, vi siano volontà o problematiche differenti da quelle manifestate dai diversi esponenti delle autorità coinvolte – tuonano i genitori – pretendiamo una scuola moderna, vicina alle esigenze di alunni e famiglie. Non c’è spazio per i sentimenti di prevaricazione e di egoismo. La buona scuola è il motore della società”. Gli alunni, guidati dai propri genitori, intanto, si preparano ad un’assenza di massa in forma di protesta.