Spiccano i nomi di Michel Mayor, Premio Nobel per la Fisica 2019, Ettore Cittadini il padre della procreazione medico assistita in Italia, Roberto Ragazzoni, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Giovanni Caprara, editorialista scientifico del Corriere della Sera fra i tantissimi altri, donne e uomini di scienza e di cultura, docenti universitari, ricercatori, operatori economici e artisti che hanno elaborato e condiviso un comunicato per “dire la loro” sulle vicende legate alla collocazione su Monte Mufara del telescopio FlyEye dell’Agenzia Spaziale Europea (QUI INVECE L’APPELLO E LE MOTIVAZIONI DEL NO AL PROGETTO). Molti di loro sono stati i promotori del FlyEye. Il comunicato tratta il rapporto che lega osservatori astronomici e parchi naturali, l’alta valenza scientifica del telescopio e di come è inserito in un contesto internazionale di ricerca (il primo dei quattro che verranno installati nel mondo e destinato alla ricerca e al monitoraggio degli asteroidi pericolosi per la Terra), la scelta del sito osservativo di Monte Mufara dove insiste già il Wide-field Mufara Telescope (WMT) della Fondazione GAL Hassin e una stazione sciistica con impianti di risalita, e le leggi che consentono la realizzazione dell’opera. Ecco il testo dell’appello di seguito:
OSSERVATORI E PARCHI NATURALI
L’installazione di telescopi in parchi naturali non solo non è incompatibile, ma è una strategia efficace per preservare questi luoghi. Gli osservatori astronomici richiedono ambienti privi di qualsiasi tipo di inquinamento, incluso quello luminoso, e le riserve naturali offrono condizioni ideali. Può sembrare paradossale, ma l’integrazione degli osservatori in queste aree non può fare altro che garantire ancor più la loro protezione, impedendo la realizzazione di opere ben più invasive per l’ambiente naturale. Queste strutture offrono inoltre opportunità educative uniche, combinando l’astronomia con la scienza ambientale. Gli eventuali visitatori possono essere stimolati all’approfondimento delle scienze astronomiche e a comprendere anche l’importanza della preservazione degli habitat naturali.
IL TELESCOPIO FLYEYE
La Nasa riconosce l’impatto con asteroidi come una delle minacce più significative per la sopravvivenza dell’umanità. Per mitigare questo rischio, ha istituito l’Ufficio di Coordinamento per la Difesa Planetaria (PDCO), il cui compito è identificare, monitorare e ridurre i pericoli derivanti da oggetti vicini alla Terra (NEO), come asteroidi e comete. Il Pdco collabora con enti nazionali e internazionali per coordinare gli sforzi globali nella difesa planetaria e sviluppare strategie per deviare o attenuare possibili impatti. Progetti come il NEO Surveyor, attualmente in sviluppo, mirano a migliorare la capacità di rilevare oggetti pericolosi, contribuendo alla protezione del nostro pianeta.
Anche l’Europa sta facendo la sua parte. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha sviluppato il telescopio Flyeye, un innovativo e per il momento unico progetto italiano destinato a colmare la lacuna europea nello studio dei Neo. Il Flyeye, situato sul monte Mufara, è in grado di coprire ampie porzioni di cielo con una sola immagine e di rilevare oggetti molto deboli, caratteristica che lo rende unico e superiore alla maggior parte dei telescopi statunitensi. Questo sistema, grazie alla sua capacità di suddividere il cielo in 16 immagini più piccole, ricorda l’occhio composto di una mosca, da cui il nome del progetto. Per queste ragioni il Flyeye si inserisce perfettamente nel quadro mondiale dei telescopi dedicati alla scoperta ed all’osservazione degli oggetti vicini alla Terra e rappresenta un passo importante nella rete mondiale di telescopi dedicati all’osservazione degli asteroidi, con un ruolo chiave nella difesa planetaria.
Questo progetto rappresenta un’opportunità irripetibile di sviluppo scientifico per l’intera regione, proiettandola al centro della ricerca internazionale. Un investimento che non solo innalza il prestigio del territorio, ma lo pone come protagonista nella salvaguardia del nostro futuro e nella scoperta di nuove frontiere scientifiche.
LA SCELTA DEL SITO
È proprio grazie alla eccellenza del sito osservativo di Monte Mufara che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che rappresenta 28 paesi europei, il 25 maggio 2018 decise di collocare il telescopio Flyeye in Italia, in Sicilia, su Monte Mufara. Un sito osservativo viene scelto in funzione di parametri, ottenuti con apposite strumentazioni, che definiscono la qualità del cielo – in particolare la turbolenza dell’aria (seeing) – e dell’ambiente (venti prevalenti, umidità, storia sismica, ecc.), e dei programmi di ricerca da effettuare. Quello è il sito, Monte Mufara, e non altri.
MONTE MUFARA E LICENZE DI COSTRUZIONE
Mufara non è una montagna intatta, come si vuole far credere. E’ in realtà una stazione sciistica frequentata da migliaia di persone, con piste da sci, una seggiovia realizzata su piloni con basamento in cemento e dove già insiste un telescopio, il Wide-field Mufara Telescope (WMT) della Fondazione GAL Hassin – Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche, realizzato perché compatibile con la normativa vigente (Decreto dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente del 18 aprile 1996) e a seguito del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa n. 878/11 del 18 ottobre 2011 contro il ricorso straordinario di Lega Ambiente allora presentato.
Nel caso del telescopio Flyeye la licenza di costruzione è stata rilasciata a seguito della Conferenza di Servizio indetta da Sosvima (Società Sviluppo Madonie). La VIncA (valutazione di incidenza) prodotta dall’Ente Parco delle Madonie ha dato esito favorevole. A ogni buon conto, il Decreto Legge 10 agosto 2023, numero 104 ((GU n.186 del 10-08-2023), all’articolo 9, che riguarda interventi in materia di opere di interesse strategico, recita:
- Le opere, gli impianti e le infrastrutture strettamente necessari alla realizzazione di osservatori astronomici sul territorio nazionale, nell’ambito di programmi coordinati e finanziati dall’Agenzia spaziale italiana o dall’Agenzia spaziale europea, sono considerati di rilevante interesse nazionale per lo sviluppo delle attività di ricerca scientifica e tecnologica.
- L’approvazione del relativo progetto equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dei lavori. Gli interventi possono essere realizzati anche in deroga alla disciplina di cui all’articolo 142, comma 1, lettere d), f) e g), del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché alle ulteriori limitazioni urbanistiche.
In ultimo, il progetto dell’Osservatorio, ridotto in maniera considerevole rispetto all’ipotesi iniziale in quanto a volumetrie e superficie occupata, è a minimo impatto, anche durante le fasi di cantiere, non elimina alcun albero e, utilizzato “in remoto”, è certamente meno impattante rispetto a una stazione sciistica che convoglia sulla cima di Monte Mufara migliaia di persone.
LE FIRME DELL’APPELLO: MICHEL MAYOR (astronomo – Università di Ginevra. Premio Nobel per la Fisica 2019); MARIO DI MARTINO (astrofisico, INAF – Osservatorio Astronomico di Torino); ETTORE CITTADINI (medico ginecologo. Professore emerito dell’Accademia delle Scienze Mediche dell’Università di Palermo. Già professore di Clinica Ostetrica e ginecologica Università di Palermo. Padre della procreazione medicalmente assistita in Italia); GIUSEPPE MOGAVERO (medico ginecologo, presidente della Fondazione GAL Hassin – Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche. Già sindaco di Isnello e componente del comitato esecutivo dell’Ente Parco delle Madonie); GIOVANNI CAPRARA (editorialista scientifico del Corriere della Sera e presidente Unione Giornalisti Italiani Scientifici); GIUSEPPINA MICELA (astrofisica, Inaf Palermo. Già direttrice Osservatorio Astronomico di Palermo); FABRIZIO BOCCHINO (astrofisico, Inaf Palermo. Già direttore Osservatorio astronomico di Palermo); GIANNI SINNI (Università Iuav di Venezia); SALVATORE SCIORTINO (già astronomo ordinario e direttore Osservatorio Astronomico di Palermo); WALTER FERRERI (astronomo e divulgatore scientifico – Inaf – Osservatorio astronomico di Torino); ANGELA CIARAVELLA (astronoma, Inaf – direttore Osservatorio Astronomico di Palermo); FRANCESCO LICATA DI BAUCINA (già direttore dell’Ente Parco delle Madonie); GIOVANNI VALSECCHI (astrofisico Inaf Iaps (Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali), Roma); ANTONIO PRESTI (mecenate, presidente della Fondazione Antonio Presti); MARCO MORELLI (presidente della Fondazione PARSEC – Parco delle Scienze e della Cultura, Prato); DAMIAN TEODOR RAZVAN (presidente Scuola di formazione scientifica Luigi Lagrange, Torino); EMILIO MOLINARI (astrofisico e direttore dell’Inaf – Osservatorio Astronomico di Cagliari e del Sardinia Radio Telescope, già direttore del Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie); GIANPIERO DI GIROLAMO (ingegnere, Space Safety Programme – Data Centre Manager, European Space Agency – Darmstadt, Germania); ALESSANDRO ROSSI (astrofisico dell’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” IFAC-CNR – Firenze); ADRIANA SCANCARELLO (ingegnere); MARCELLO PANZARELLA (professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana, Università degli Studi di Palermo); MAURA TOMBELLI (astronoma, fondatrice e direttrice dell’Osservatorio astronomico Beppe Forti di Montelupo Fiorentino. Ha scoperto 198 asteroidi, al primo posto per numero di asteroidi scoperti in Italia e al primo posto al mondo fra le astronome non professioniste); SANTINA PIRAINO (ricercatrice, Institut für Astronomie und Astrophysik Tübingen (Germania)); MARIO FIORINO (presidente Pro Loco Isnello); ANTONIO DI GAUDIO (ristoratore – Foresteria Mongerrati – Isnello); LUCIANO LUCIANI (presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi); SALVATORE AMATO (presidente Ordine dei Medici di Palermo); ROBERTO RAGAZZONI (professore ordinario al Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Padova e presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica); ISABELLA PAGANO (astrofisica e direttore dell’Inaf – Osservatorio Astrofisico di Catania); TOMMASO DI GESARO (avvocato cassazionista civilista. Presidente dell’istituto dei Ciechi Opere Riunite “Florio e Salamone” di Palermo); LUCIO LAMBERTI (professore Ordinario nel SSD ING-IND/35 – Ingegneria Economico Gestionale presso la School of Management del Politecnico di Milano); MARINA SCATENA (president and Ceo of Space Dynamics Services, leader mondiale nell’attività di Impact Monitoring. Già presidente Aipas – Associazione delle Imprese per le Attività Spaziali); ROBERTO ZAGARELLA (bancario e astrofilo. Progetto Prisma – Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera); VINCENZO TURRISI (dottore in farmacia); GIOVANNI PERES (professore ordinario di Astronomia dell’Università degli Studi di Palermo, in quiescenza); CARMELO CORRADO CARUSO (cantante lirico); AZIENDA FIASCONARO; ALESSANDRA MACELLARO LA FRANCA (pianista – Gruppo Vorianova); GIUSEPPE LETO (astrofisico. Responsabile sede osservativa di Serra La Nave, Osservatorio Astrofisico di Catania); ALBINO CARBOGNANI (ricercatore Inaf – Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio (OAS) – Bologna); ELEONORA DI FEDE segretario comunale); FEDERICA GRISANTI (ristoratore – Risto&Bar GAL Hassin, Isnello); MASSIMO DELLA VALLE (astrofisico, già direttore dell’Inaf – Osservatorio Astronomico di Capodimonte – Napoli); FRANCO PORCELLI (professore Ordinario di Fisica della Materia, Politecnico di Torino); SILVANO MASSAGLIA (già professore Ordinario di Fisica e Direttore del Dipartimento di Fisica, Università di Torino); GIOVANNI PRATESI (professore associato di Mineralogia, Università di Firenze); FABRIZIO CAPACCIONI (dirigente di Ricerca Inaf – Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali); ALBERTO CELLINO (primo ricercatore Inaf – Osservatorio Astrofisico di Torino); FERDINANDO CANCELLI, medico palliativista, Fondazione Faro, Torino); ROMANO SERRA (astronomo, direttore Museo del Cielo e della Terra, San Giovanni in Persiceto (BO)); PIERO BIANUCCI (scrittore e giornalista scientifico, “La Stampa”); ANDREA SANTANGELO (professore ordinario di Astrofisica e direttore Istituto di Astrofisica Università di Tübingen); VALERIO PIRRONELLO (astrofisico, già direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania); FABIO REALE (professore ordinario di Astronomia e Astrofisica dell’Università degli Studi di Palermo); BERNARDO SPAGNOLO (professore ordinario di Fisica Teorica dell’Università degli Studi di Palermo); FRANCESCO FORGIONE (già presidente della Commissione parlamentare antimafia. Sindaco di Favignana).