Cronaca

“Salviamo la Mufara”, l’appello sottoscritto da uomini di scienza, di cultura e da operatori delle aree protette

Le associazioni ambientaliste Cai, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d’Italia e Wwf esprimono soddisfazione per l’appello “Salviamo la Mufara, cuore verde del Parco delle Madonie” sottoscritto da uomini di scienza e di cultura, esperti e operatori delle aree naturali protette, dirigenti pubblici, giuristi, imprenditori, naturalisti, ex direttori di parchi e componenti di comitati scientifici, contro la realizzazione di un osservatorio astronomico in zona di protezione integrale del Parco delle Madonie, area dichiarata di notevole interesse pubblico e zona sottoposta a plurimi regimi di vincolo che non ne consentono la realizzazione. Le associazioni ricordano infatti “che il progetto dell’osservatorio su Monte Mufara – dicono – di dimensioni smisurate ed altamente invasivo, è privo di alcune autorizzazioni fondamentali (come quella paesaggistica negata si dal 2022 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo) e lo si vorrebbe realizzare in deroga ai vincoli di tutela sulla base di una norma fortemente viziata sul piano della legittimità costituzionale e del mancato rispetto dell’articolo 9 della Costituzione”.

A fine agosto erano iniziati i lavori in modo improvvido e a seguito di un ricorso urgente presentato dalle associazioni ambientaliste, il Tar ha disposto l’immediata sospensione dei lavori in corso. “Nei giorni scorsi – dicono dal Wwf – strumentalmente c’è chi ha voluto contrapporre la conservazione della natura alla ricerca scientifica astronomica, dimenticando due cose importanti: il contenzioso in atto riguarda la costruzione dell’osservatorio e quindi di un’opera edilizia e non il telescopio Flyeye, che è stato già costruito e collocato presso la sede dell’Agenzia Spaziale Europea di Matera; l’osservatorio è una costruzione civile che prevede opere accessorie non direttamente connesse con la ricerca scientifica (cucine, bagni, parcheggi, depositi, strade di accesso, ecc.) e che possono essere delocalizzate o progettate in modo meno invasivo”.

“Conservazione della natura, protezione del paesaggio, monitoraggio ambientale sono settori importanti della ricerca scientifica e proprio quelli i cui risultati hanno autorevolmente portato alla protezione integrale di Monte Mufara – aggiungono dal Wwf -, inserito non solo nel Parco delle Madonie ma anche nel Geopark Unesco. Anche per questi motivi le associazioni ambientaliste hanno creato una pagina social dedicata per fare corretta informazione, illustrare con documenti ufficiali questa grave vicenda e raccontare fatti che in questi anni sono stati sottaciuti”.

Raccogliendo l’appello diffuso oggi e che è aperto alla ulteriore sottoscrizione di esperti, cittadini, amministratori e organizzazioni sociali, le associazioni ribadiscono con forza “la richiesta di fermare definitivamente le ruspe, evitare di forzare ulteriormente le procedure che stanno alimentando solo conflitti ed invece ricercare soluzioni alternative possibili proposte da mesi: dalla modifica del progetto che prevede attualmente spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica, alla individuazione di un sito alternativo”. Ecco l’appello “Salviamo La Mufara” con l’elenco dei primi sottoscrittori e le modalità di adesione: Mufara_appello.

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