Fly Eye, Fare Comunità: “Non sarà questo progetto a far decollare il comprensorio”

Redazione

Cronaca - La nota del Gruppo Consiliare di Isnello

Fly Eye, Fare Comunità: “Non sarà questo progetto a far decollare il comprensorio”
Una lunga nota sul "no" al progetto dell'Esa

12 Settembre 2024 - 09:53

Una lunga nota del Gruppo Consiliare “Fare Comunità” di Isnello sulla questione Fly-Eye. “Una cosa è il telescopio Fly Eye e un’altra cosa è l’osservatorio che dovrebbe contenerlo”, scrivono nella nota i consiglieri, fornendo alcuni dati: “Il consumo energetico stimato dell’osservatorio sarebbe di 2300 MWh annui, cioè all’incirca il consumo standard di quasi 900 famiglie, come se si collocasse un paese in cima alla montagna”. “Il tentativo di far passare coloro che si oppongono a questo progetto di osservatorio come uomini votati al sottosviluppo e alla negazione del progresso scientifico è uno dei più grossi tentativi di mistificazione – dicono i consiglieri – Nessuno mette in discussione il fatto che sia cosa e buona e giusta che l’Esa abbia deciso di collocare il telescopio Fly Eye sulle Madonie, ma arrivare a questa decisione ignorando da anni qualunque tentativo di ridiscutere, questo progetto è un atto di arroganza politica e istituzionale che ha pochi precedenti nella storia delle Madonie. I tentativi di squalificare qualunque voce critica su questo progetto, sono antichi retaggi di un oscurantismo che affiora ogni qualvolta il potere si muove come un caterpillar. Due anni e mezzo fa la vicenda arrivò sui giornali nazionali perché l’Esa annunciò che avrebbe trasferito il progetto alle Canarie se l’iter autorizzativo non si fosse sbloccato in pochi mesi. Si fece di tutto, si dichiarò l’opera strategica a livello regionale (totalmente inutile), si fecero riunioni a Palermo e Roma, poi si cambiò la legge sui Parchi, ma siamo ancora qua. La novità è che l’Esa che in questi giorni è tornata a minacciare di abbandonare il tutto se il Tar non dovesse sbloccare i lavori a breve, ma a questo punto tale “minaccia” ha perduto un po’ della sua credibilità”.

Il Monte Mufara è una delle aree più protette del Parco delle Madonie, zona di riserva integrale assoluta “e questo progetto, non poteva neanche essere immaginato se non si procedeva a cambiare in corsa la legge sui parchi pochi mesi fa – dicono i consiglieri – Ma cambiare una regola non significa che i “promotori” di tale percorso non debbano rispettare le altre disposizioni in materia di autorizzazioni e passaggi amministrativi. Il ricorso delle associazioni ambientaliste, dopo i vari tentativi di mediazione, si basa proprio su queste presunte irregolarità. Va bene la scienza, ma ci sono tanti milioni di euro e pale meccaniche e cemento e appalti dietro questo grande progetto dell’osservatorio. Dobbiamo stare tutti zitti anche se mancassero delle autorizzazioni o venissero fatti dei danni perché altrimenti rischiamo di passare per uomini delle caverne? Come dobbiamo interpretare le parole del ministro del Made in Italy (ci saremmo aspettati la titolarità del Ministero dell’Università e della Ricerca) che sollecita il Tar a fare in fretta e fare bene? E soprattutto, come dobbiamo intendere il ruolo del Parco delle Madonie che sembra dimenticare la sua funzione quando anziché mediare tra due posizioni e difendere la propria natura e il proprio ruolo, decide di autorizzare quello che mai prima d’ora qualcuno aveva osato fare”?

E poi la conclusione: “L’osservatorio dell’Esa in cima Monte Mufara non sarà una struttura aperta a visitatori e turisti, ma un vero e proprio centro di ricerca. Non sarà quello a far decollare il comprensorio. Negli otto anni di esistenza del Centro Astronomico Gal Hassin, quello sì radicato nel Comune di Isnello e sostenuto dallo stesso, solo quattro comuni dei 26 hanno aderito alla Fondazione omonima che lo governa. Quando c’è da pagare qualche euro, stranamente l’amore per la scienza diventa qualcosa su cui non vale la pena scommettere. Va chiarito che l’osservatorio non è un centro di divulgazione come il Gal Hassin e non ci saranno file di autobus piene di visitatori così come non ce ne sono per il più piccolo telescopio (WMT) collocato dentro un piccolo osservatorio a cupola in cima alla Mufara dal Gal Hassin. Se non bastasse questo esempio, possiamo anche parlare dell’osservatorio geofisico, anche quella una struttura scientifica di grande valore, collocata decenni fa sul Monte Sant’Angelo, tra Isnello e Cefalù. La ricerca scientifica (cosa diversa rispetto alla divulgazione), non bada alle ripercussioni turistiche, sennò sarebbe un’altra cosa. Chi racconta il contrario mente sapendo di mentire”.

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