Sventolano le bandiere di Legambiente, Wwf e le altre associazioni ambientaliste ai piedi del Monte Mufara, a Piano Battaglia. Nel giorno in cui le ruspe avrebbero dovuto aprire la cerimonia di apertura dei cantieri, con la posa della prima pietra, in presenza del ministro per lo sviluppo economico Adolfo Urso, le categorie per il “no “al FlyEye sono scese in strada manifestando contro l’installazione del primo telescopio di rete globale, progettato dal programma di sicurezza spaziale dell’Esa per monitorare gli oggetti vicini alla Terra.
In questi giorni avrebbero dovuto raggiungere le Madonie, oltre al ministro “tricolore”, anche Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, e Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa. Appuntamento rimandato, almeno fino al prossimo 24 settembre, quando la camera di consiglio avrà preso una decisione sulla questione. Le opere per l’edificazione del FlyEye, secondo le categorie ambientaliste, richiedono una serie di attività considerate deleterie per la natura. Dalla rimozione di terra ed escavazione, alla realizzazione di un edificio alto 13 metri, con un volume edilizio di 3540 metri cubi e una superficie di 800 metri quadrati. Intanto, il presidente di Legambiente Sicilia, ha parlato così: “Molteplici profili di illegittimità – sottolinea Tommaso Castronovo – abbiamo contestato i volumi edilizi, i lavori di accesso per la strada carrabile e le cubature. Le nostre richieste sono state accolte dal Tar, tutela ambientale e integrità della cima i punti per cui continueremo a batterci”. “Salviamo la Mufara – spiega Francesco Lo Cascio, presidente Cai Sicilia – opere assolutamente illegittime, struttura che noi riteniamo possa essere realizzata in altre aree. Battaglia dalla quale non intendiamo desistere, il rispetto per le norme un valore primario”.