Le pressioni sul comandante dei vigili urbani del suo paese, Cerda, per far passare la processione del santo patrono davanti a casa di un boss, hanno portato al rinvio a giudizio del sindaco, Salvatore Geraci, che è anche deputato regionale della Lega. Lo ha deciso il Gup del tribunale di Termini Imerese, Gregorio Balsamo, che ha mandato a processo anche otto fra commercianti e dipendenti municipali.
L’accusa sostiene che Geraci avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al questore per far sì che il Venerdì Santo del 2022 la processione passasse sotto casa di Giuseppe Biondolillo, condannato per duplice omicidio e in detenzione domiciliare per motivi di salute. Contestazione sempre respinta da Geraci, che in tribunale risponderà però di tentata concussione e abuso d’ufficio. Lui, ex di Sud chiama Nord, fa parte della commissione regionale Antimafia, dopo essere passato col Carroccio.
“Accuse infondate“, secondo il difensore, l’avvocato Vincenzo Lo Re. Gli altri imputati rispondono di fatti diversi: la sagra del carciofo, sempre di due anni fa, sarebbe stata “viziata” da un favore che sarebbe stato fatto ad alcuni commercianti, esentati dal pagamento dei tributi comunali per gli spazi espositivi. Giudizio abbreviato per questo nei confronti di due impiegati comunali V.T. e A.I.I. Processo ordinario per il presidente del Consiglio comunale, per l’ex assessore al turismo, per il fratello del sindaco e per due commercianti G.C. e S.C.. Sono tutti imputati di fatti diversi dalla processione e dalle irregolarità sulla sagra del carciofo.
“Il rinvio a giudizio sui fatti relativi al Venerdì Santo e alle accuse mosse contro di me dal comandante dei vigili urbani del Comune di Cerda consentirà di difendermi da un’impostura, da tanta infamia e da vicende con le quali la mafia non c’entra nulla – dice Geraci -. Non ho mai dato indicazioni sul percorso delle processioni e su dove queste dovessero stazionare. E ho già detto, tramite il mio legale, che i condannati di mafia di Cerda sono lontani dai miei pensieri e dalle mie attenzioni. Ho combattuto la mafia con fatti e atti concreti”.
“Nel mio percorso politico-amministrativo ho sempre combattuto per la legalità – aggiunge Geraci -, ne sono dimostrazione un bene confiscato alla mafia che da sindaco di Cerda ho adibito a centro di raccolta comunale, la rimozione dalla via Roma della pompa di benzina che negli anni è stata oggetto di attenzione della mafia locale, la nuova caserma dei carabinieri in una struttura ceduta dal Comune e la nomina nella mia Giunta dell’ex sindaco Mendola, vittima in passato di intimidazione mafiosa”. Il primo cittadino sottolinea: “Vengo rinviato a giudizio per fatti rispetto ai quali sono del tutto estraneo, che nulla hanno a che vedere con imputazioni per reati di mafia e che, di contro, scaturiscono proprio da subdole ritorsioni per quello che è stato, da decenni, il mio reale impegno contro esponenti e famiglie mafiose locali, cui appartengono taluni dei miei detrattori”. “Ora aspetto con fiducia che il processo chiarisca con una sentenza ogni cosa dimostrando liceità del mio agire – conclude -. Confido di uscirne a testa alta perché sono e resto un uomo perbene che ama il Comune che amministra e che svolge le funzioni pubbliche alle quali mi hanno chiamato i cittadini con disciplina e onore”.