La Scuola Giovani Pastori è arrivata a Petralia Sottana nel cuore del Parco delle Madonie. L’innovazione e la vivacità culturale di Riabitare l’Italia e del Crea, principali promotori del progetto, hanno attirato l’attenzione degli amministratori di Petralia Sottana che hanno fortemente voluto lo svolgimento della seconda edizione della scuola proprio in un territorio che ha una vocazione storica nella pastorizia. “Ritengo un onore per la mia comunità la possibilità di ospitare questa scuola – spiega il sindaco Pietro Polito – Un tassello nel progetto di sviluppo e rilancio territoriale che cerchiamo di agganciare con gli altri comuni del comprensorio e gli enti sovracomunali. In un contesto di cambiamenti climatici e sociali sono certo che lo studio attento delle pratiche tradizionali, lo scambio di buone pratiche e la costante visione verso il futuro potrà generare una speranza per le aree interne come quella madonita”.
Il progetto si pone come obiettivo la salvaguardia di un bagaglio di conoscenze tecniche ed etno-antropologiche che rischia di scomparire nel giro di un trentennio. Questo sguardo a medio-lungo termine ha fatto accendere una spia di allarme negli amministratori locali. L’inizio della scuola è stato preceduto dalla kermesse “Dove vai pastore? Festival della pastorizia dell’erranza e del ritorno n nelle Madonie” diretta da Andrea Membretti. Nei tavoli da segnalare gli interventi di Fabrizio Barca e Sabrina Lucatelli che, mediante la presentazione del libro “Quale Europa”, hanno aperto la finestra sul dibattito politico riguardante le aree interne e le disuguaglianze, in vista delle imminenti elezioni europee. “Sono state tre importanti giornate che hanno spaziato dalla presentazione del libro lanciato del Forum Dd Quale Europa Capire, discutere e scegliere, ad una seria discussione con gli studenti della precedente edizione e i nuovi, dei metodi più innovativi di fare scuola per preparare i Pastori di domani, per un Paese più inclusivo e pronto alle sfide del Cambiamento Climatico – aggiunge Lucatelli, direttrice di Riabitare l’Italia – I lavori hanno permesso anche di ragionare su temi cruciali per la pastorizia, con tecnici imprese e studiosi del tema. Noi di Riabitare siamo felici, perché stiamo facendo Comunità e stiamo accompagnando un altro cambiamento culturale”. Le tavole rotonde hanno visto la presenza di ospiti di rilievo internazionale, fra cui Frosina Pandurska-Dramikjanin e Stephanie Gentle, esperte di ecologia e gestione sostenibile delle risorse naturali, operanti nei balcani.
Un’intera sessione è stata dedicata al punto di vista dei giovani sulla Restanza e sul Ritorno delle aree interne, è stato rilevato uno spirito positivo e costruttivo che porta le fasce più giovani a voler guardare avanti, nonostante le tante difficoltà legate alla distanza dalla politica e da una burocrazia sempre più ingolfata e incapace di rispondere al dinamismo imposto dalle evoluzioni attuali. Per tre giorni Petralia Sottana ha spalancato le porte allo sguardo nazionale e internazionale, facendo conoscere le potenzialità del territorio madonita e la sua voglia di innovarsi. Ma non finisce qui. Il Festival è stata l’occasione per fare il punto sui risultati ottenuti e il metodo messo a punto con la Scuola Giovani Pastori in un confronto che ha coinvolto allevatori, stakeholder locali ed esperti insieme agli studenti della prima e seconda edizione. Nelle prossime settimane 16 giovani, di cui 7 madoniti, di età media di 29 anni, saranno formati con metodi didattici innovativi (come il peer to peer) creando una rete che non si esaurisce con la fine della scuola. “L’obiettivo di questo progetto è quello di creare una comunità che duri nel tempo e non rimanga confinata a un singolo luogo”, spiega Daniela Storti, direttrice scientifica della Scuola. Il sogno di futuro degli amministratori locali ha trovato realizzazione concreta grazie agli strumenti forniti dagli ideatori del percorso formativo in un esperimento di coesione territoriale all’interno dell’area interna.