Un mondo segreto, un giardino percorso da sentieri in cui il colore schiude gli altri sensi, tracciando la via del viaggio. A fare da guida sono le opere dell’artista madonita Francesca di Carpinello, con i toni forti e segreti della sua Sicilia: all’artista madonita è dedicata la mostra, promossa dalla Fondazione Sicilia, Eterna primavera – la Sicilia di Francesca di Carpinello, a cura di Maria Concetta Di Natale e Aldo Gerbino. È prevista una preview per la stampa venerdì 12 alle 12 a Villa Zito, a cui seguirà, alle 18, l’inaugurazione. La mostra, la prima realizzata dopo la scomparsa della pittrice siciliana, nel 2019, prende il nome da un’osservazione dello storico dell’arte Maurizio Calvesi, che sottolineò come “è sempre primavera nella sua pittura, l’eterna primavera della Sicilia”.
Un viaggio attraverso circa cento opere della pittrice, molte inedite e presentate per la prima volta a Villa Zito, da quelle che rappresentano la sua prima maniera giovanile e quelle che esprimono i temi a lei più cari e variamente interpretati nella sua lunga attività artistica. L’esposizione sarà visitabile fino al 30 giugno.
“La mostra propone un rinnovato percorso dell’opera di Francesca di Carpinello e una più concreta lettura della sua poetica – sostengono i curatori, Maria Concetta Di Natale e Aldo Gerbino – alla luce di dipinti inediti e del suo cammino espositivo a partire dalla prima personale, dall’Italia all’estero. Tra le opere esposte per la prima volta anche i dipinti della Fondazione Sicilia. Emerge un panorama estetico più maturo, un’agilità performante viva di schiettezza pittorica carica d’innocenza e di grazia ornamentale”.
“Con la sua arte, Francesca di Carpinello ha contribuito a fare conoscere le bellezze naturali della nostra Sicilia. I suoi paesaggi campestri e marini, i suoi alberi e gli animali, con la forza dei loro colori, danno una visione di una terra sempre in primavera, calorosa ed accogliente. Dedicarle la prima mostra dalla scomparsa – commenta Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia – è un modo per rendere omaggio alla sua vulcanica creatività ma anche, come è nella nostra missione, per valorizzare il patrimonio artistico e creativo dell’isola: una ricchezza immensa”.
Francesca di Carpinello nasce a Polizzi Generosa il 14 luglio 1929 e vive la sua gioventù in un ambiente sicuramente privilegiato, in cui la nobiltà avita mantiene le caratteristiche di ricchezza intellettuale proprie di certa aristocrazia d’altra epoca in Sicilia. È un immaginario intriso delle suggestioni respirate a Polizzi Generosa e corroborato dalla presenza di due genitori aperti, nobili illuminati. La madre di Francesca di Carpinello era Matilde Pucci di Benisichi, appassionata cultrice della storia di Polizzi Generosa; il padre l’erudito naturalista Giovanni di Carpinello, che nella sua tenuta di Borragine, nelle Madonie, coltivava piante rare e allevava uccelli esotici che incessantemente compaiono nei dipinti dell’artista, riemergendo, come segno indelebile di una gioventù che nel ricordo si trasforma in sogno.
Immersa nella natura di Borragine, Francesca di Carpinello si trattenne a dipingere con Renato Guttuso, amico di famiglia, che apprezzò il suo “sapere pittorico”. Un incontro che però non fu l’unico a influenzare la giovane pittrice che, negli anni del liceo artistico e dell’Accademia di Belle Arti, seguì a Palermo maestri come Pippo Rizzo e Gino Morici, lasciandosi ispirare anche dalla metafisica di De Chirico e dal surrealismo di Magritte.
Una creatività in costante ricerca, quella di Francesca di Carpinello, che rintracciava i segni del legame con la propria terra anche attraverso la creazione di gioielli, o da raffinata collezionista di oggetti e di giocattoli di famiglia, come i cavalli a dondolo di legno dipinti, che le riportavano alla mente i cavalli madoniti e che costituiscono, come i volatili, gli alberi, i fiori e le conchiglie, uno dei maggiori temi d’ispirazione della sua pittura.
Intensissima anche l’attività di “traduttrice” di testi in immagini, cartelloni teatrali, eventi culturali. Francesca di Carpinello ha illustrato la cartella litografica La Baronessa di Carini presentata da Gioacchino Lanza Tomasi, la cartella di serigrafie Il mito della tonnara con testi di Renato Guttuso e Gioacchino Lanza Tomasi, la cartella Immagini del Gattopardo presentata da Giancarlo Vigorelli. E ancora Omaggio alla Santuzza con un testo di Salvatore Orilia, I Beati Paoli, con uno scritto di Massimo Ganci e la cartella grafica Sicilia insieme a Renato Guttuso. Sono firmati dalla pittrice i manifesti per il Festino di Santa Rosalia del 1978 e del 1980 per il Comune di Palermo, e, nel 1988, in occasione del XXX ciclo di spettacoli classici al teatro greco di Siracusa, il manifesto per Le Nuvole di Aristofane per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico il manifesto.
Le sue mostre personali, inaugurate nel 1967 alla Galleria Flaccovio di Palermo, sono state ospitate a Firenze, Milano, Roma Torino, Londra, Tunisi, Dubrovnik, Atene, Parigi, Granata, Città del Messico, Vienna, Cracovia, Stoccolma, Malines, Nizza, Viareggio, Padova, Tokio, per citare le principali città italiane ed estere che hanno accolto le sue opere.