La Fidapa sezione di Gangi ha celebrato, in collaborazione con l’Istituto Salerno e il Comune, la Giornata della Memoria presso la sala polifunzionale. E’ stato un emozionante e intenso momento di riflessione su quanto accaduto in quei giorno tristi della nostra storia affinchè non si ripetano più. Questa giornata è stata fortemente voluta anche per restituire memoria e onore ai militi gangitani deceduti nei campi di prigionia per mano nazista e ricordare coloro che sono riusciti a scappare e salvare così la propria vita, ma che hanno dedicato gli anni migliori della loro gioventù alla patria. Hanno rivolto i saluti Istituzionali la presidente della Fidapa Distretto Sicilia Letizia Bonanno, il sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, il dirigente scolastico dell’Istituto Salerno Ignazio Sauro, il dirigente Scolastico dell’Istituto Polizzano Francesco Serio, la presidente della Fidapa sezione di Gangi Alda Rita Bevacqua. Ha svolto il ruolo di moderatore Salvatore Boscarino, volontario della Biblioteca Comunale.
In collaborazione con la Biblioteca Comunale è stato presentato il libro di Gaetano Sauro “Passi nel Buio”(1940-1945), Diario di guerra di un soldato al fronte in Albania, poi prigioniero dei tedeschi che ha avuto la forza di annotare il proprio vissuto, pubblicato dal periodico “l’Obiettivo”. Sono intervenuti il figlio dell’autore, Andrea Sauro e il direttore dell’Obiettivo, Ignazio Maiorana. Gli alunni delle classi seconde dell’Istituto Salerno preparati dai docenti di storia hanno letto dei brani tratti dal libro. Hanno così avuto modo di conoscere che la Shoah non è stato solo il tentativo di sterminio sistematico del popolo ebraico, ma stessa sorte subirono i disabili, i Rom, gli omosessuali, i testimoni di Geova, i prigionieri politici e militari e che diversi abitanti dei paesi delle Madonie, Gangi tra questi, hanno pagato il tributo di tante vite umane per questa immane e folle tragedia.
Il secondo momento della giornata è stata una rappresentazione, letture, video, musiche, foto, interviste, su quanto accaduto in Europa durante la seconda guerra mondiale, a cura degli alunni della classe IV Turismo dell’Istituto Salerno guidati da Nunzio Domina, Rosaria Piro e Valeria Prestianni. La cerimonia della posa di tre pietre d’inciampo si è svolta in viale delle Rimembranze, preceduto dalla lettura dell’elenco dei prigionieri gangitani nei campi di internamento tedeschi tornati vivi.
Successivamente sono state poste le tre “Pietre d’Inciampo” per ricordare Giuseppe Duca, Cataldo Mocciaro e Pietro Virga tre militari gangitani catturati dopo l’otto settembre del 1943, deportati, internati e morti in campi di sterminio. I familiari presenti hanno ricordato con tanta emozione i loro cari. Sopra ogni pietra è stata posta una rosa rossa. Questa iniziativa si collega a quella dell’artista tedesco Gunter Demning che vuole depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio. Essa nasce da un progetto artistico ispirato da ragioni etiche, storiche e politiche ed è uno strumento contro l’oblio, il negazionismo e il revisionismo storico. La posa delle pietre d’inciampo, in tedesco Stolpersteine, consiste nell’ incorporare nel selciato stradale delle città blocchetti di pietra, (10 x 10 cm), ricoperti da una piastra di ottone sulla quale è inciso il nome del deportato nei campi di sterminio, l’anno di nascita, la data e il luogo della cattura e della deportazione e la data di morte.
Camminando per Gangi le colpiremo con i piedi, ci chineremo per vedere in cosa abbiamo inciampato e ci troveremo di fronte a una nuova storia da conoscere, restituendo così la sua individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero. Infatti, Obiettivo della “Pietra d’Inciampo”, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista, per far fermare a riflettere chi si imbatte, anche casualmente, in una di queste pietre, per non dimenticare. Queste pietre possono sembrare quasi delle carte d’identità, ma sono dei piccoli monumenti che vogliono restituire dignità di essere umano a chi fu ucciso, far riflettere sull’orrore di ciò che avvenne e vigilare perché ciò che è accaduto non si ripeta mai più. Le pietre sono il simbolo di un dolore privato che si fa pubblico, nomi che tornano a risuonare per tutti e che ci spingono a interrogarci continuamente, rappresentando contemporaneamente una commemorazione personale e un invito alla riflessione civile. L’intento è quello di mantenere viva la memoria delle vittime del nazifascismo proprio nei luoghi della quotidianità. Le pietre d’inciampo posate, resteranno per sempre parte del nostro patrimonio culturale e sarà possibile visitarle ogni qualvolta lo si desideri, a perenne ricordo e omaggio a chi ha dato la vita per la libertà.