Cronaca

Quando il pane si faceva in casa: toccante video del progetto “Pane e Pietre”

Nei paesi delle alte Madonie, dove ogni giorno bisogna fare i conti con il dramma dello spopolamento, non c’è nulla che ravvivi la memoria delle comunità residenti come il ricordo del pane fatto in casa. A testimoniarlo è un video prodotto dalle Officine Teatrali quintArmata nell’ambito del progetto “Pane e Pietre. La comunità che resta”.

A chi viene in mente il ricordo della madre, a chi il ricordo dei nonni, a chi gli anni della gioventù passati in collegio, ma per tutti il filo conduttore è quell’indimenticabile profumo di “guasteddi” (la tipica forma del pane fatto in casa) che usciva fuori dalle case e si insinuava per i vicoli del borgo, e cambiava direzione secondo gli umori del vento”.

“Il tempo perduto, questo il titolo del video, è una delle azioni previste dal progetto che ha, in definitiva, l’obiettivo di custodire l’identità di questi luoghi – afferma il regista Santi Cicardo. – E’ il frutto di un laboratorio che è stato anche un momento di riflessione e condivisione sul filo dei ricordi, di cui il video è in realtà solo un piccolo estratto. Insieme a Leonardo Bruno (musicista e producer), Natale Sottile (fotografo) e Francesco Gulizzi (attore), ci siamo confrontati con la memoria collettiva legata al pane, utilizzando diversi strumenti: il teatro sociale, il teatro poesia, l’intervista, la documentazione fotografica. Le storie emerse, dal passato e dal presente, ci hanno restituito la pulsazione di una comunità malinconica, a tratti spaesata, depauperata della sua identità più profonda, messa in crisi dall’accelerazione tecnologica, dai mutamenti dei sistemi di produzione e dal nuovo mercato del lavoro. Allo stesso tempo però, quelle stesse storie germinavano dalla volontà di una moltitudine redenta, che si è salvata, che attraverso sacrifici, e sofferenze è riuscita ad emanciparsi dalle condizioni in cui ha versato per molti secoli.”

“Questa comunità sotterranea, silenziosa, che abbiamo trovato nei vecchi e nei giovani – prosegue Santi Cicardo – ha in sé il seme dell’ascolto, dell’accoglienza, della laboriosità, della creatività, comincia a sussurrare parole nuove, che secondo noi hanno bisogno di luoghi di confronto in cui radicarsi. Quello che ci è sembrato di cogliere, non è la mancanza di idee ma la difficoltà a condividerle, assieme a un certo disincanto. Crediamo che la nostra azione artistica possa contribuire alla formazione di connessioni, link, partecipazione tra idee ed esperienze diverse, e comunque questa è la nostra ambizione.

“Con questo spirito, e con molto entusiasmo – conclude Cicardo – ci accingiamo a dare il via alla seconda azione del nostro progetto: “Il tempo rivissuto” una residenza di creazione che si svolgerà dal 25 agosto al 7 settembre a Petralia Sottana, al Teatro Grifeo, il cui obiettivo è di trasformare in teatro, o anche in altre forme artistiche, come la musica, le storie e le memorie che abbiamo ricevuto in dono durate il progetto. In questa fase saranno coinvolti attori, musicisti e performer professionisti oltre che cittadini e associazioni amatoriali per raccontare in forma di spettacolo il materiale raccolto nella prima fase.”

“Pane e Pietre. La comunità che resta” è un progetto finanziato dal Ministero della Cultura e promosso dal Comune di Palermo e dalla Città Metropolitana di Palermo, in collaborazione con i comuni di Gangi, Petralia Soprana e Petralia Sottana.

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