Non sono piaciute al sindaco Daniele Tumminello, le dichiarazioni fatte dal vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante che, in una lunga intervista (LEGGI QUI) su vari argomenti inerenti il territorio madonita, relativamente al settore turismo, ha definito “un ristorante a cielo aperto” la cittadina normanna, dove “il soggiorno, soprattutto tra le vie del centro storico, può risultare invivibile anche per i turisti”. Costretti – secondo il Prealto – “a respirare i fumi dei ristoranti, a non poter facilmente riposare per i rumori e gli schiamazzi che si protraggono fino a tarda notte”. E parlando della qualità di vita dei residenti monsignor Marciante ha dichiarato che “Cefalù è diventata invivibile: difficoltà nel parcheggiare, fumi dei ristoranti, i cattivi odori, i rumori”.
“Sua Eccellenza – ha detto il primo cittadino cefaludese – da sempre sensibile alle problematiche dell’occupazione e del lavoro, non può ignorare il fatto che l’economia di Cefalù trae dal turismo e dal suo indotto le primarie ragioni che evitano alla città quello spopolamento demografico di cui soffrono altre realtà. Le presenze numerose di turisti e visitatori sono certamente motivo anche di confusione in periodi tuttavia limitati, richiedono un’attenzione al potenziamento dei servizi, così come anche un necessario equilibrio tra esigenze diverse. Ma di turismo vive Cefalù – ha concluso Tumminello – un turismo che grazie ai suoi numeri importanti alimenta anche le attività economiche della Chiesa locale”.