Cronaca

Incendi sulle Madonie, i sindaci: “Lasciati soli davanti all’inferno”

“Scacco matto, Madonie in ginocchio”. Potrebbe essere un degno titolo di un episodio di una qualsiasi serie tv americana. “Pronto, 911? È un’emergenza, sta bruciando tutto”. “Mandiamo subito una squadra”. No, siamo in Sicilia e, purtroppo, ieri, questo non è accaduto. Nessuna unità dei vigili del fuoco ha risposto presente. Come mai? Gli uomini dei pompieri del comando di Petralia Soprana, infatti, sono stati richiamati dal quartier generale a contrastare l’enorme fronte di fuoco che ha devastato il capoluogo siciliano e i comuni confinanti.

E se “il pompiere paura non ne ha”, figurarsi i volontari della protezione civile che, tra drammi e acqua (santa) hanno fronteggiato il vasto incendio salvando vite, edifici e bestiame. È uno scenario drammatico quello che si presenta ai nostri occhi: le contrade Equila, Magione, Corvo e Massariazza sono state devastate dalle fiamme. Gangi, Geraci Siculo e Petralia Soprana piangono e contano i danni. La domanda, però, sorge spontanea: perché in una giornata “mite” (45 gradi all’ombra e forti venti di scirocco) i nostri eroi in caschetto e divisa devono essere sottratti ad un territorio in cui il loro peso è cruciale?

“Situazione inspiegabile – spiega Giuseppe Ferrarello, sindaco di Gangi – siamo stati abbandonati, è intollerabile. Qualcuno fornisca delle spiegazioni. Un ringraziamento particolare alla protezione civile, i volontari, i carabinieri e i singoli cittadini che, con i loro mezzi, hanno evitato il peggio”.

“Un pomeriggio abbastanza complicato – afferma Luigi Iuppa, sindaco di Geraci Siculo – ci siamo dovuti arrangiare. Abbiamo evitato il peggio, ma così non va. Gravi danni all’agricoltura, recinzioni, bestiame e impianti elettrici. In emergenza abbiamo portato via due persone anziane dalla loro abitazione che stava per essere travolta dalle fiamme. Ho percepito tanta incertezza ad avere rassicurazioni sulla soluzione del problema, l’intera isola era in fiamme, ma nessuno può permettersi di abbandonarci in questo modo. Dobbiamo poter contare su un sistema di tutela e protezione”.

“Nessun numero di emergenza rispondeva alle innumerevoli chiamate – tuona il sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso – siamo stati lasciati senza alcun punto di riferimento. Tante aziende agricole sono rimaste senza raccolto e con strutture distrutte. Una situazione indescrivibile che poteva diventare una catastrofe. E per tale motivo che ringrazio tutti i cittadini e i volontari della protezione civile che ci hanno dato una mano ed in particolare, oltre a quella di Petralia Soprana, quelle di Gangi, Geraci Siculo, Bompietro, Castellana Sicula e Paim di Petralia Sottana. Un ringraziamento speciale alle squadre forestali antincendio, alle guardie forestali di Gangi e del comando di Petralia Sottana che ha coordinato gli interventi, ai carabinieri e alla guardia di finanza. Mi dispiace evidenziare – continua Macaluso – che nessun riscontro abbiamo avuto dalla protezione civile regionale e dai numeri di emergenza. Ancora una volta abbiamo dovuto fare da noi contando sulla sensibilità di tanti cittadini che hanno messo a disposizione i loro mezzi agricoli per arginare il fuoco e questo non è tollerabile se pensiamo che nelle scorse settimane la giunta Schifani ha approvato il nuovo piano antincendio boschivo per il triennio 2023-2025 che costituisce il principale strumento per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi, anche dolosi, e per la difesa della vegetazione, sia a livello regionale che provinciale”.

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