L’assemblea dell’Unione dei comuni Madonie ha approvato il documento di strategia della nuova Snai-Strategia nazionale Aree Interne 2021/27. Il documento raccoglie mesi di lavoro e di confronto fra amministratori e portatori di interesse che hanno portato all’elaborazione di una strategia in parte collegata alla vecchia Snai 2014-20, con elementi di novità. La stima delle risorse assegnate all’area interna Madonie è di circa 40 milioni e mezzo di euro che saranno destinati a progetti afferenti allo sviluppo locale: circa 3 milioni di euro ai servizi ecosistemici, circa 17 milioni per le comunità energetiche, 20 milioni per la viabilità e poco più di 700 mila euro per la sanità. Sull’argomento è intervenuto il gruppo “La Costituente”.
“Si tratta di risorse limitate per una Unione che, a seguito di 8 nuove adesioni, è composta da ben 26 Comuni (Alimena, Aliminusa, Blufi, Bompietro, Caccamo, Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, Resuttano, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni, Valledolmo, Vallelunga Pratameno e Villalba). Al punto di partenza della nuova Snai, in cui ritroviamo tanti di quei buoni propositi che costituivano l’impianto della vecchia strategia, due sono gli elementi di novità”.
“Il primo – dicono dalla Costituente – certamente una migliore partecipazione, una maggiore circolazione delle conoscenze su procedure e interessi in ballo, un maggior numero di soggetti entrati in gioco. Il documento è stato costruito ascoltando i contributi di ben quattro gruppi di lavoro (il quinto gruppo si è occupato dello Statuto ndr) e diversi portatori di interesse. Ogni cosa è perfettibile e tanto di più si sarebbe potuto fare, a partire dal coinvolgimento dei tanti portatori di interesse del territorio: l’associazionismo, le organizzazioni di categoria, le associazioni ambientaliste, i sindacati che avrebbero potuto apportare alla discussione il punto di vista spesso trascurato del mondo del lavoro dipendente che ancora, purtroppo, sconta la criticità di irregolarità e di retribuzioni mortificanti. L’ascolto dei sindacati della sanità avrebbe potuto offrire un punto di vista diverso o complementare a quelli dei vertici dell’organizzazione sanitaria con cui, giustamente, invece il rapporto è stato particolarmente curato. Insomma, la società civile, oltre alle rappresentanze politiche e istituzionali”.
“La seconda novità sul piano dell’iter burocratico – aggiungono -. Adesso l’Unione dei comuni Madonie diventerà ente intermedio. Ciò significa che potrà gestire direttamente le risorse e non avrà più il parafulmine degli uffici regionali. Una grossissima responsabilità insomma, che potrebbe fare la differenza e potrebbe eliminare un elemento di controllo a monte e determinare un uso più ‘libero’ delle risorse”.
I componenti della Costituente della Castelbuono di domani, minoranza consiliare a Castelbuono, hanno voluto lanciare un appello ai vertici dell’Unione e a chi, in seno a questa, rappresenta le amministrazioni attive. “I 18 comuni del precedente assetto hanno ricevuto risorse ben più consistenti nell’ambito della vecchia Snai 2014/20 “ma, malgrado ciò – dicono ancora dalla Costituente – una strategia nata per contrastare l’abbandono delle aree interne non ha prodotto i risultati sperati. I numeri dicono altro, i dati Istat dimostrano che in tutti i Comuni si assiste a un inesorabile declino demografico. Continuano ad andare via i giovani, va via anche la fascia di media età che sceglie di stare vicino ai propri figli”.
A chi sono andate le risorse? Chi ha beneficiato della vecchia Snai? In cosa il territorio madonita è migliorato? È divenuto più attrattivo? Sono domande da porsi e una delle possibili risposte è stata la mancanza di partecipazione del passato nei processi decisionali che rende la Snai, ancora per tantissimi cittadini, un’illustre sconosciuta. Un’altra risposta, data da chi ha gestito da alcuni lustri le sorti dei finanziamenti pubblici destinati alle Madonie, addossa la responsabilità degli insuccessi ai ritardi, nel processo di attuazione, da parte degli uffici regionali che avrebbero dovuto curare per tempo gli aspetti burocratici.
“La differenza – continuano dalla Costituente – potrebbe farla il modo in cui le risorse ricadranno all’interno dei territori – continuano i componenti della costituente – se, come i più scettici sono già pronti a mormorare, i progetti saranno serviti su piatti di argento ad una ristretta cerchia di portatori di interessi particolari, spesso legati alle amministrazioni, e quindi avvantaggiati quanto meno dalla maggiore tempestività delle informazioni, avremo ancora una volta confermato il vecchio adagio gattopardiano ‘tutto cambia affinché non cambi nulla’. Ma il rischio è che quei grafici in picchiata, che rappresentano le popolazioni dei comuni, accelerino la discesa e allora chi amministra ne dovrà rispondere. Molti dei comuni non hanno neanche coinvolto le minoranze consiliari, dimenticando che chi amministra ha il dovere di tenere conto delle rappresentanze politiche democraticamente elette”.
Le poche minoranze presenti hanno contribuito all’elaborazione della cornice, ma poi i progetti messi dentro a questa cornice sono stati di esclusiva scelta dei sindaci. “Legittimo si potrebbe dire – sottolineano ancora dalla Costituente – la faccia la mettono gli amministratori e hanno tutto il diritto di scegliere. Tuttavia, spesso si è avuta la sensazione che alcune proposte siano state definite inattuabili mentre si sarebbe potuto considerarle più attentamente. Quando si crede in qualcosa, gli impedimenti si risolvono. Da questo momento in poi, il controllo dei cittadini dovrà essere ancora più serrato. Noi – concludono dalla Costituente – per la nostra parte, ci impegneremo a vigilare affinché sia data la massima evidenza ai progetti inseriti nella strategia, affinché tutti i cittadini siano messi nelle condizioni di accedere alle risorse della nuova Snai 2021-27, a prescindere da come hanno votato. Lo faremo con l’informazione e coinvolgendo la società civile organizzata nel controllo della fase di attuazione”. Il passo successivo sarà l’approvazione da parte del Consiglio dell’Unione.