Cronaca

Cerda, l’omicidio di Carlo La Duca: “Ucciso dalla moglie e dall’amico”

È entrato nel vivo questa mattina il processo per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Carlo La Duca, l’imprenditore scomparso nel nulla il 19 gennaio 2019 da Cerda. Sul banco degli imputati la moglie, Luana Cammalleri e il miglior amico della vittima, Pietro Ferrara (entrambi nella foto). “Per ben 20 giorni dopo l’avvio delle indagini legate alla scomparsa di Carlo La Duca non sapevamo della relazione clandestina tra la moglie, Luana Cammalleri, e il miglior amico della vittima, Pietro Ferrara. È stato solo dopo, riascoltando tutte le intercettazioni che abbiamo capito”. Sono le parole del comandante della stazione dei carabinieri di Termini Imerese, Francesco De Maio, durante la deposizione e che ha coordinato le indagini.

I due amanti, secondo la ricostruzione dei sostituti procuratori Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile, si sarebbero sbarazzati di La Duca per un motivo mai veramente chiarito. L’uomo infatti – come scrive Palermo Today – non sarebbe stato di nessun ostacolo alla loro relazione, visto che lui stesso frequentava alla luce del sole un’altra donna. Ma come ha raccontato il comandante De Maio inizialmente i carabinieri non sapevano del rapporto segreto tra i due. Gli imputati – presenti in aula, difesi dagli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano, hanno sempre respinto le accuse, ma senza essere mai riusciti a convincere gli inquirenti. Sarebbe stato proprio il miglior amico l’ultima persona a vedere La Duca vivo, mentre la moglie lo avrebbe seguito con la sua macchina fino in via Minutilla, a Cardillo, dove poi era stata ritrovata – completamente ripulita – l’auto della vittima.

Il comandante De Maio durante la deposizione, si è soffermato sulle difficili indagini che avrebbero permesso di stabilire che la Fiat Punto bianca che si vede nelle immagini delle telecamere di sorveglianza per le strade di Palermo fino al luogo in cui venne ritrovato il mezzo di La Duca, sarebbe proprio quella in uso a Cammalleri. “Siamo partiti da circa 43 mila veicoli compatibili e attraverso i dati dell’Aci abbiamo stretto il cerchio su 4.860 macchine. Finché non e abbiamo enucleate 28 e tra queste, sempre per esclusione, siamo arrivati alla macchina dell’imputata”, ha spiegato il comandante De Maio. Sarebbe stato proprio il video a smentire la donna, che ha inizialmente negato di essere stata a Palermo quel giorno.

De Maio – scrive la collega Sandra Figliuolo su Palermo Today – ripercorrendo molti dei passaggi salienti dell’indagine, ha parlato di diverse intercettazioni, compresa quella in cui i genitori di Cammalleri sostenevano che il fatto che ci fossero tantissime Fiat Punto bianche in circolazione fosse “la sua salvezza”, cioè avrebbe reso impossibile ai carabinieri risalire a lei. I dati relativi all’individuazione della macchina furono depositati nell’udienza del tribunale del Riesame e, come ha riferito De Maio, da quel momento “la narrazione dei due sul fatto cambia completamente”. Dalle intercettazioni, infatti, emergerebbe secondo l’accusa che l’8 aprile 2022, parlando con i genitori Cammalleri affermerebbe che “ero a Palermo, la macchina era la mia, ho seguito Carlo per sapere come spendeva i soldi, ho visto che è stato portato via da tre persone, ma ho avuto paura e non ne ho parlato con nessuno”. Esattamente lo stesso giorno viene intercettato anche Ferrara che al figlio direbbe: “Quel giorno non fui io l’ultimo a vederlo”.

Alcuni giorni dopo la scomparsa dell’uomo, furono proprio la moglie e l’amante ad andare in televisione a lanciare appelli per ritrovarlo, fingendo dolore e preoccupazione che, secondo la Procura, non avrebbero mai provato, essendo i presunti autori dell’omicidio. Le intercettazioni svelarono poi tutta una serie di retroscena, come ad esempio che i due parlando di La Duca lo avrebbero insultato – lo chiamavano “la bestia – ma anche che Camalleri avrebbe ripetutamente sognato il marito e che le appariva “come un santo, come un angelo che mi vuole fare sentire in colpa”.

Concetta Grispino, la madre di Carlo alcuni mesi fa lanciò un appello alle autorità: “Cercate il corpo di mio figlio nel lago“. La donna, nel corso della trasmissione “Storie italiane” su RaiUno disse di avere dei sospetti e di pensare che il corpo del figlio potesse essere stato nascosto nel piccolo specchio d’acqua adiacente ad alcuni terreni, nelle campagne di Cerda, che potrebbero essere stati alla base, sospettano gli investigatori, delle controversie fra La Duca e i due sospettati. Fonte Palermo Today

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