Ieri il Consiglio dei Ministri ha impugnato molti articoli della legge di stabilità regionale 2023 e tra questi l’articolo 38 con cui si volevano derogare i vincoli di salvaguardia dei parchi e consentire la realizzazione dell’osservatorio astronomico su Monte Mufara, in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie. La norma era anche finalizzata a tentare di superare il diniego della Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo che lo scorso giugno aveva declarato che l’area è anche a inedificabilità assoluta per tutela dei boschi, come ribadito dalla Corte Costituzionale. Nel ricorso alla Corte Costituzionale il Consiglio dei Ministri ricorda che “la disposizione in esame, introducendo una generica deroga alle disposizioni di vincolo insistenti sui parchi, presenta ulteriori profili di incostituzionalità, dal momento che si pone in contrasto con la previsione del vincolo ex lege di cui all’art. 142 del d.lgs. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Lo ha fatto sapere Legambiente Sicilia. “Infatti, per quanto la regione Siciliana abbia competenza legislativa esclusiva in materia di tutela del paesaggio, tale competenza si esplica, secondo lo stesso Statuto “nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato, senza pregiudizio delle riforme agrarie e industriali, deliberate dalla Costituente del popolo italiano” – si legge in una nota dell’associazione – La disciplina statale volta a proteggere il paesaggio funge quindi da “limite alla disciplina che le regioni e le province autonome dettano in altre materie di loro competenza”, salva la facoltà di queste ultime di adottare norme di tutela ambientale più elevata nell’esercizio di competenze, previste dalla Costituzione, che concorrano con quella dell’ambiente”. “Ribadiamo oggi – dichiara Giuseppe Alfieri, presidente di Legambiente Sicilia – a seguito dell’impaginazione della norma regionale da parte del Consiglio dei Ministri, quello che le Associazioni ambientaliste e il Comune di Petralia Sottana (proprietario dei terreni dove dovrebbe sorgere l’osservatorio) sostengono da mesi: la Mufara va mantenuta integra, occorre cambiare sito e modificare il progetto, eliminando tutte le opere edilizie e viarie non indispensabili e riducendo l’impatto”.