Questa mattina, presso la sede del Reparto Territoriale Carabinieri di Termini Imerese, è stata inaugurata la Stanza per le audizioni protette dedicata alle audizioni delle vittime vulnerabili e realizzata in collaborazione con il Comune di Termini Imerese e la locale sezione della Fidapa. La data scelta per l’inaugurazione coincide convenzionalmente con l’inizio della primavera: si è voluto così richiamare, simbolicamente, il parallelismo tra la rinascita della natura in primavera e quella della vittima, quando trova il coraggio di parlare e denunciare la propria situazione, uscendo così dalla spirale della violenza in cui si trova. In ambito nazionale, il 21 marzo coincide con la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie tra cui ricordiamo la presenza di molte donne e bambini.
La stanza per le audizioni protette di donne e bambini e, più genericamente per l’audizione delle vittime vulnerabili, consiste in un ambiente ricreato all’interno della caserma dei Carabinieri, diverso da un qualsiasi altro ufficio, accogliente ed intimo e che possa mettere le vittime di particolari reati nella condizione di potersi confidare e sporgere una denuncia, in un contesto adeguato che possa quantomeno evitare di acuirne il disagio e la sofferenza. Tali reati infatti, per età o situazione della vittima stessa (minori, anziani, disabili, stranieri…) e caratteristiche e crudeltà della tipologia di offesa (coinvolgono la sfera sessuale, violenza di genere, discriminazione razziale, crimini d’odio in generale…), hanno un impatto psicologico fortissimo e condizionano particolarmente chi li subisce.
A riguardo, il legislatore, con la “Riforma Cartabia”, ha previsto la registrazione visiva o fonografica delle dichiarazioni assunte da un soggetto che appartenga alle “categorie protette”, sia che il dichiarante protetto sia vittima, persona indagata o informata sui fatti. Tra queste categorie rientrano pienamente i soggetti infermi di mente o che si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità (persone offese dai reati trattati in Codice Rosso, persone affette da disturbi comportamentali, persone che abbiano subito violenze o minacce finalizzate ad inquinare le proprie dichiarazioni o che comunque abbiano motivo di temere per la propria incolumità, come le vittime della mafia). L’arredo della stanza prevede anche un’area dedicata ai bambini con libri e giocattoli, sia nel caso in cui la vittima abbia con sé i propri figli, sia nel caso in cui si debba procedere con l’audizione, alla presenza di consulenti specializzati in materia, di un bambino o di un adolescente. Parte integrante dell’ambiente è un impianto di ripresa audio-video, ad alta risoluzione, che consente, in maniera non invasiva, la fono-videoregistrazione delle attività, come previsto dalla normativa in materia.
L’iniziativa, pertinente alle tematiche affrontate durante gli incontri fra l’Arma dei Carabinieri e gli studenti degli Istituti Scolastici del territorio, per la formazione della “Cultura della legalità”, rappresenta un esempio concreto di come opera sul territorio la rete antiviolenza inter-istituzionale (la stanza è una maglia della rete nel percorso di uscita dalla spirale della violenza). Gli Istituti di Termini Imerese e delle sedi distaccate di Cerda e Caccamo, invitati a presenziare con i dirigenti e una rappresentanza di studenti, sono: Istituto Superiore Paritario “Ludovico Ariosto”, Istituto Superiore Professionale dei Mestieri “Euro Form”, Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, Istituto di formazione professionale per mestieri “Euro Madonie”, Istituto Superiore Tecnico Paritario “Padre Pio”, Istituti Tecnico Commerciale per Ragionieri e Tecnico Commerciale per Geometri “Stenio” e Istituto Superiore “Ugdulena”.
Nella circostanza, l’Istituto professionale “EuroForm” ha accolto l’invito avanzato agli studenti di portare un proprio contributo all’arredo della stanza, organizzando una sessione di arte partecipata per la realizzazione di un’opera pittorica su una delle pareti della stanza, che possa ricordare l’evento e rappresentare simbolicamente l’apporto di un gesto gentile e delicato da parte degli uomini (in questo caso gli alunni di sesso maschile) nei confronti delle donne e, fattivamente, la collaborazione a più mani da parte di tutti gli istituti scolastici invitati. La scuola Euroform, attraverso la docente-artista Miriam Palmentino e gli studenti coinvolti, ha coordinato l’attività in loco, acquistando anche i materiali per la realizzazione dell’opera murale. Iana Brancato, madre di Roberta Siragusa, vittima di femminicidio commesso a Caccamo nel 2021, dopo il “taglio del nastro”, ha donato, per adornare la stanza, un quadro che riproduce la fotografia della figlia. La signora Iana Brancato, nel vivo ricordo della figlia e con l’intento di sensibilizzare le donne circa la necessità di ribellarsi in tempo alla violenza, ha fondato un’associazione denominata “Roberta Vive” e partecipa incessantemente alle campagne di sensibilizzazione. Le indagini sul delitto, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese e condotte dall’allora Compagnia carabinieri di Termini Imerese, hanno portato alla condanna in primo grado all’ergastolo dell’ex-fidanzato.