Raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono, operai senza stipendi: scatta la protesta

Redazione

Cronaca - Lo sciopero

Raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono, operai senza stipendi: scatta la protesta
La decisione è quindi di proseguire con lo stato di agitazione, già in corso da tempo

15 Marzo 2023 - 13:32

Domani a partire dalle 6.30 Fillea, Filca, Feneal, terranno un sit-in davanti all’ingresso del cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono con i lavoratori della Toto-Costruzioni. “Come annunciato, non arriveranno nemmeno oggi le retribuzioni, attese entro il 15. E sono ormai due i mesi non pagati, gennaio e febbraio, e a fine marzo diventeranno tre. Questo per noi conferma, se ce ne fosse bisogno – dichiarano i segretari generali di Fillea Cgil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e Feneal Uil Piero Ceraulo, Francesco Danese e Pasquale De Vardo – il quadro preoccupante che si sta determinando al cantiere di Cefalù. Il meccanismo di crisi economica avviato dalla società va sempre più impattando sui cantieri in Sicilia. Il malcontento dei lavoratori continua a salire. Per queste ragioni, domani alle prime luci dell’alba, faremo un picchetto davanti all’ingresso del campo base di Castelbuono”.

La decisione è quindi di proseguire con lo stato di agitazione, già in corso da tempo. “Adesso diventa strategica – aggiungono Ceraulo, Danese e De Vardo – anche la richiesta, fatta nel corso del sit-in presso l’assessorato delle Infrastrutture, di una convocazione da parte dell’assessore Alessandro Aricò, perché intervenga in questa partita come garante. Abbiamo inviato a Rfi la richiesta di intervento sostitutivo nel pagamento degli stipendi, per inadempienza dell’impresa affidataria. In quanto ente appaltante, Rfi può bloccare tutti i pagamenti dei Sal maturati fino a oggi sino a quando la Toto Costruzioni non pagherà i lavoratori”. “Siamo ancora più preoccupati perché, alla luce degli investimenti del Pnrr, la prospettiva di queste infrastrutture che non si concluderanno rischia di intasare e rallentare la partenza delle nuove opere. E non rischiare che si blocchino gli investimenti e che si dia un colpo all’occupazione in un territorio già difficile da gestire”.

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