Cronaca

Funivia delle Madonie, la minoranza di Isnello: “La montagna merita rispetto”

Non sono tardate le reazioni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del concorso di idee per la progettazione della funivia delle Madonie, un collegamento veloce tra Campofelice, Collesano e Isnello (leggi questo articolo). “Noi madoniti sappiamo benissimo che se le strade provinciali fossero in condizioni quantomeno decenti, non staremmo qui a sognare ad occhi aperti funivie o mongolfiere – dicono i consiglieri Gianpiero Caldarella e Irene Culotta di Fare comunità di Isnello, il gruppo di minoranza –  È vero, come si afferma nella proposta di delibera del Concorso di Progettazione, che manca un’infrastruttura veloce, in grado di collegare la fascia costiera di Campofelice di Roccella con l’offerta naturalistico-scientifica rappresentata dal Parco delle Madonie, ma solo perché mancano delle strade degne di tale nome”.

I motivi del “no”, spiegano i consiglieri di minoranza “sono tanti”.  “Anzitutto, come previsto dalla normativa e riportato nella delibera tali idee progettuali  devono comunque essere celermente e agevolmente realizzabili, comportare soluzioni a basso impatto ambientale e in ogni caso limitando il consumo di suolo – dicono – Non bisogna necessariamente essere dei tecnici per comprendere che l’impatto ambientale di una funivia che attraverserà decine di chilometri di area protetta finirebbe inevitabilmente per avere un impatto sul territorio, con la cementificazione per poggiare i piloni, il disboscamento per far spazio agli stessi e per la movimentazione dei materiali durante tutta la durata dei cantieri. Inoltre riteniamo che la montagna meriti rispetto e un attraversamento lento, ma non difficoltoso, fatto di piccole soste, di percorsi pedonali e piste ciclabili, ma come prima cosa, anche se non è competenza esclusiva dei comuni, questi ultimi dovrebbero associarsi, con i primi cittadini in testa, per richiedere a gran voce che si ripristini al più presto la funzionalità delle strade”.

Poi proseguono: “Se poi è il turismo quello che si vuole a tutti i costi promuovere, mettendo in secondo piano le esigenze di chi vive nei territori, allora sarebbe opportuno considerare Cefalù come porta di accesso privilegiata alla montagna, visto il dato record di Cefalù che nel 2022 ha fatto registrare 811mila presenze – si legge nella nota dei consiglieri – E inoltre ci chiediamo se il sito di Piano Battaglia sarebbe in grado di sopportare un flusso turistico imponente con il livello di servizi attualmente disponibili (posteggi, servizi igienici, punti di raccolta rifiuti, posti letto e quant’altro). La triste storia degli impianti di risalita di Piano Battaglia, rimasti chiusi per anni dopo la loro realizzazione e il collaudo, insegna inoltre che le difficoltà che si possono incontrare anche nel gestire un’infrastruttura notevolmente più semplice e piccola, potrebbe essere un colpo mortale per la gestione di un’infrastruttura come quella che si cerca di progettare, che in assenza di una sicurezza sulla costante manutenzione, potrebbe rivelarsi una trappola”.

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