A distanza di pochi mesi dall’insediamento in sala d’Ercole, per il suo secondo mandato da deputato regionale, il termitano Luigi Sunseri (Movimento 5 stelle) eletto con oltre 4mila voti, di cui più di un quarto fra la sua Termini Imerese e Trabia, racconta il percorso intrapreso con la nuova legislatura, i rapporti col governo di Renato Schifani e soprattutto cosa è stato fatto e cosa intende fare per il bacino Madonie – Imera.
Onorevole Sunseri, a pochi mesi dall’insediamento, cosa è stato fatto per il territorio imerese e quello madonita?
Pur trovandomi all’opposizione, in questi pochi mesi – l’insediamento porta la data dello scorso 10 novembre – abbiamo già fatto qualcosa per l’area a est del capoluogo, mettendo sul piatto, ad esempio, ben 500 mila euro per la realizzazione del Palasport Nelson Mandela a Campofelice di Roccella o dando una grande boccata d’ossigeno a quello che è uno tra i più importanti carnevali dell’isola, ovvero quello di Termini Imerese che ha ricevuto fondi pari a 100mila euro. I riflettori restano puntati sulle grandi opere che ancora non sono arrivate a conclusione come il raddoppio ferroviario Cefalù-Castelbuono, il cui cantiere risulta fermo dagli inizi dello scorso novembre e ci auspichiamo possa presto ripartire così da restituire ai cittadini siciliani un’opera che attendono ormai da troppo tempo.
La linea ferroviaria, però, al netto dei lavori che non sono ancora stati conclusi, offre ancora un servizio assai modesto, soprattutto in riferimento alla dorsale tirrenica e al collegamento fra l’aeroporto Falcone Borsellino, il capoluogo e Cefalù. Su questa tratta, per quanto siano stati ammodernati i vettori, non è affatto raro viaggiare in piedi per via della ridotta capienza dei treni, e non è certo un buon biglietto da visita per i tanti turisti che intendono soggiornare nella perla del Tirreno. Quali soluzioni si potrebbero percorrere?
Conosco le problematiche legate alla ridotta capacità dei nuovi treni e, come per la questione del raddoppio ferroviario, stiamo ponendo in essere quanto necessario con la commissione mobilità e l’assessorato ai trasporti. Sui treni “Pop”, non è possibile aggiungere una carrozza come avveniva coi vecchi treni, bisognerà dunque aumentare le corse, soprattutto nelle ore di punta.
La commissione a cui ha fatto riferimento ha competenze anche su Ambiente e Territorio, due temi che sulle Madonie, sia in fatto di strade che di convivenza con la fauna selvatica, avrebbero bisogno di misure urgenti, non trova?
Dunque, il problema della viabilità e delle reti viarie colabrodo, è presente in tutta l’isola. Nell’entroterra però assume aspetti davvero allarmanti. La Regione stanzia i fondi ma poi, per quanto riguarda le strade provinciali, tutto si perde nei vari ritardi della Città Metropolitana. Se non si fa un vero cambio di passo, e anche di fretta, si rischia di perdere anche i lauti fondi del PNRR. Invece, per quanto riguarda la fauna selvatica, anch’essa arrivata ormai ben al di fuori dei confini del Parco delle Madonie, bisogna innanzitutto garantire agli agricoltori e agli allevatori di poter lavorare in sicurezza senza correre rischi per la loro incolumità – l’onorevole si riferisce ai cinghiali ndr -. Così come, chi coltiva la terra ha il diritto di non vedersi razziato i propri raccolti dai daini che anch’essi ormai proliferano, almeno apparentemente, senza freno. Per queste ragioni ritengo che le misure adottate finora – stanziamento di fondi per danni causati da fauna selvatica – siano solo “misure spot”, occorre contingentare compiutamente la fauna selvatica con un lavoro che veda la sinergia dell’Ente parco, per quanto di sua competenza e l’assessorato al Territorio.
La stagione turistica è ormai alle porte, e Cefalù è un cantiere aperto per mostrare il meglio di sé a visitatori e turisti che tra non molto la affolleranno ma non sono poche le incognite che devono affrontare gli imprenditori del settore, a partire dal rinnovo delle concessioni demaniali per i lidi.
Cefalù assieme a Taormina e San Vito Lo Capo è tra le principali città turistiche dell’isola e su questo comparto tanti imprenditori hanno investito e continuano a farlo, facendo dell’industria turistica il settore economico più strategico. L’incognita sulle concessioni demaniali, così come il mare di burocrazia in cui ogni titolare di beb è costretto ad affogare è però colpa del governo nazionale guidato da Giorgia Meloni. La Regione interviene solo in un secondo momento recependo norme calate dall’alto. Sarebbe auspicabile valutare dei criteri compensativi ma soprattutto accelerare l’iter una volta giunti in assessorato, così da far pendere la spada di Damocle il meno possibile sulla testa di tanti imprenditori e di un indotto che dà lavoro a migliaia di famiglie.