Non si placano le polemiche dopo le dimissioni del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio Turistico Cefalù-Madonie. La decisione, maturata nell’autunno dello scorso anno, ma di fatto resa ufficiale soltanto negli ultimi scampoli del 2022, continua a portare con sé importanti ripercussioni. E’ scontro totale tra il sindaco di Collesano Giovanni Meli (presidente dimissionario del Consorzio Turistico) e il primo cittadino di Cefalù Daniele Tumminello. Meli, infatti, aveva accusato il comune di Cefalù (amministrazioni passate e quella in carica), di aver “snobbato” il Consorzio (che tra l’altro porta anche il nome del gettonato borgo normanno) e di aver abbandonato i principi fondamentali che i padri fondatori (quindi anche il comune di Cefalù), avevano attribuito all’importante cooperazione tra i comuni madoniti. Inoltre, Meli, aveva puntato il dito contro molti suoi colleghi sindaci, accusandoli di “non aver mantenuto i patti” e di “non aver fatto reperire le quote necessarie (che i comuni avrebbero dovuto sborsare) per mantenere in vita il Consorzio e trovare un leader professionista tramite avviso pubblico”.
“Cefalù avrebbe dovuto rispettare i patti e non disgregarsi – spiega il presidente dimissionario del Consorzio Turistico Giovanni Meli – andava proposto l’intero “pacchetto” turistico madonita e non solo quello cefaludese. Il parco naturale, l’osservatorio astronomico, la parte culturale e quella ambientale sono ricchezze assolute dell’entroterra. Uno dei principali obiettivi del Consorzio era che Cefalù potesse arricchirsi delle bellezze e delle attrattività del territorio e viceversa. Occuparsi di turismo significa avere una sede fisica nel territorio, un ufficio dove poter sviluppare e coordinare le attività, mantenendo dei contatti con gli imprenditori privati e le realtà locali, con la finalità di creare e costruire un prodotto turistico maturo che, ad esempio, in occasione della Bit di Milano, potesse essere portato all’attenzione dei tour operator”.
Decisa la replica del sindaco di Cefalù Daniele Tumminello: “Cefalù si era già svincolata anni fa dal Consorzio e, in questo momento, ritengo non vi siano le condizioni per poter rientrare. Siamo nel circuito Unesco insieme a Palermo e Monreale. Non abbiamo nessun pregiudizio rispetto al fatto di avere delle relazioni territoriali, ma è inutile creare organismi pletorici che non hanno dimostrato nei fatti la loro efficacia. Promuovendo la nostra città promuoviamo l’intero territorio che, in Cefalù, ha il centro di maggior attrattività. Questo non ci impedisce di confrontarci con gli altri attori del territorio, infatti, crediamo fortemente nel Parco delle Madonie che è l’ente in cui tutti siamo ugualmente rappresentati e che deve e può fare tantissimo per la crescita turistica del territorio”.
Anche il sindaco di Castelbuono Mario Cicero si schiera a favore del Consorzio Turistico e va a muso duro contro Tumminello: “Atteggiamento inspiegabile e poco costruttivo della classe politica cefaludese. Cefalù è uscita dal Consorzio perché non è riuscita ad avere l’egemonia. Turismo non significa soltanto offrire una bella spiaggia o un concerto, turismo vuol dire percorso culturale. Un percorso che deve portare all’unità territoriale, mettendo a disposizione beni e prodotti che ogni comune può offrire per la crescita fondamentale delle nostre terre. Inoltre, la leadership deve essere affidata ad un professionista, come accade nelle altre zone d’Italia. Castelbuono è uscita dal Consorzio, qualche anno fa, proprio perché il Consorzio non funziona. I sindaci devono assolutamente versare le quote nelle casse del Consorzio, in maniera tale da poter raggiungere gli obiettivi comuni. Siamo a disposizione, Castelbuono è pronta a fare un passo importante rientrando nel Consorzio, purché le cose funzionino. Un turista che arriva a Cefalù non può mangiare la stessa pasta che mangia a Rimini, dobbiamo essere in grado di offrire qualcosa di diverso. I prodotti delle terre madonite sono eccellenti, ma senza cooperazione non possiamo ambire a diventare un territorio attrattivo di qualità”. (Nella foto, Mario Cicero, Giovanni Meli e Daniele Tumminello)