Dopo quasi sei anni dalla morte della giovane Alessia Cintura, il tribunale monocratico di Termini Imerese, nella persone del giudice Claudia Cammilleri, ha condannato per omicidio colposo a un anno di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 100 mila euro i due coniugi Giovanni Salvatore Messina e Rosalba Caracalla. La piccola Alessia il giorno della sua morte, il 30 aprile 2017, era ospite nella villa al mare dei coniugi, per festeggiare il compleanno di un amichetto, figlio dei padroni di casa.
Quel tragico 30 aprile Alessia si trovava al residence “Dolcestate” di Campofelice di Roccella insieme a un’altra ventina di ragazzini. Caracalla, mamma del festeggiato, aveva rassicurato i genitori dei suoi piccoli ospiti di prendersene cura “come se fossero figli suoi” eppure – secondo l’accusa – Messina e Caracalla si sarebbero allontanati lasciando i bambini da soli. I ragazzini però, una volta lasciati soli – come ripreso dalle telecamere – avrebbero a un certo punto deciso di farsi un bagno al mare, nonostante le condizioni proibitive. Quel giorno in spiaggia – senza controlli fissi perché la stagione balneare non era ancora iniziata – sventolava la bandiera rossa proprio per segnalare il pericolo di mare mosso.
Per l’accusa la colpa degli imputati sarebbe stata quella di aver lasciato da soli, senza il controllo di nessun adulto, il gruppo di ragazzini, che aveva deciso di fare il bagno nonostante tutto imponesse di non farlo. Inoltre pare che il bagno fosse già parte del programma della festicciola, in quanto diversi ragazzini, inclusa Alessia che non sapeva nuotare, avevano portato con sé il costume da bagno. A tentare invano di salvare la vittima dai flutti è stato un bagnino fuori servizio che si trovava in zona, che ha poi riportato sulla battigia il corpo senza vita della bambina. E – come riferito da fonti qualificate – il corpo sarebbe rimasto li fino al giorno seguente senza esser vegliato da nessuno.
I genitori naturali di Alessia, infatti, sono stati avvertiti della tragedia soltanto il giorno seguente quando il corpo è stato portato in obitorio. Nei primissimi giorni successivi alla tragedia furono portate avanti le tesi più disparate, tra cui quella che Alessia, avendo alle spalle una storia travagliata, avesse deciso di togliersi la vita. La ragazzina palermitana infatti si trovava a Campofelice di Roccella da qualche mese in quanto era stata affidata a una signora dopo esser stata allontanata dai due genitori, Nicolò Cintura e Cinzia Candela per una vicenda che poi si sarebbe rivelata infondata essendo stata archiviata dal gip di Palermo. Una procedura che, come sostengono i genitori della vittima difesi dall’avvocato Rosa Garofalo, “sarebbe avvenuta con una serie di irregolarità da parte del tribunale dei Minori.
Proprio per questo, l’estate scorsa, accogliendo l’opposizione dei parenti, il gip di Caltanissetta Gigi Omar Modica ha ordinato nuove indagini”. Su questa nuova indagine pare che il gip abbia chiesto l’iscrizione nel registro degli indagati di magistrati in servizio a Palermo, giudici onorari, assistenti sociali e neuropsichiatri. Per i genitori di Alessia, la sentenza di ieri “non è una vittoria, perché nessuno potrà ridarci nostra figlia”. La sentenza infatti, pare sia stata accolta con silenzio e commozione da parte dei genitori. L’avvocato dei coniugi condannati, contattato dalla nostra redazione, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione.