Dall’attuazione della pianta organica prevista dall’Asp di Palermo per l’Ospedale di Petralia Sottana al miglioramento della medicina del territorio, prevedendo anche dei meccanismi di incentivazione economica del personale, considerata la scarsa propensione dei dirigenti medici di prendere servizio negli ospedali periferici. Il sindaci dei 9 comuni delle alte Madonie, che fanno parte del distretto sanitario n. 35, hanno firmato e trasmesso all’Asp di Palermo ed all’Assessorato della Salute un lungo documento che “è il frutto di una serie di riunioni programmatiche tenutesi tra l’amministrazione di Petralia Sottana e tutte le parti in causa – si legge nelle premesse del documento – e rappresenta uno schema per l’ottimizzazione dei servizi riferiti all’ospedale Madonna Dell’Alto di Petralia Sottana e dei servizi territoriali del Distretto”.
Una proposta che ad oggi rimane senza risposta. Gli amministratori locali volevano avviare un dialogo con i vertici dell’Asp di Palermo e dell’assessorato regionale della Salute fissando una riunione che, nonostante i ripetuti tentativi, non è stato ancora calendarizzata.
Tornando al documento, si tratta di un testo molto lungo che parte con le richieste dirette a salvare l’Ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana.
“Garantire l’erogazione di servizi in regime sia di emergenza/urgenza che programmabile, attraverso la messa in atto delle piante organiche aziendali (in ambito anestesiologico, emergenza-urgenza, radiologico, chirurgico, medico e di tutte le figure professionali previste per la funzionalità del Presidio) che porterebbe a normalizzare la condizione del personale a protezione da eventuali eccessi di turni di guardia e di reperibilità (questi ultimi previsti dal CCNL come provvisori, in attesa del completamento delle piante organiche), o tutt’al più, in considerazione dell’area disagiata, un’ eventuale incentivazione del personale, che attualmente si trova a dover operare al limite delle proprie risorse, condizione che nel tempo ha portato al depauperamento del numero di unità in servizio (in particolare di quello della Dirigenza Medica), successivamente non sostituito, comportando ulteriore carico sulle risorse rimaste senza alcuna incentivazione”. Entrando nello specifico le proposte per il rilancio dell’Ospedale di Petralia sono:
Per quanto riguarda l’ambito chirurgico
Fra le altre richieste per potenziare i servizi ospedalieri sono elencate:
A questo proposito, si specifica nel documento, i posti letto possono essere usati per pazienti “indistinti” così da recuperare personale e risorse.
Per quando riguarda la radiologia
Ed ancora la riapertura Laboratorio Analisi per pazienti ricoverati e l’attivazione di un ambulatorio di Oncologia Medica.
Per quanto riguarda l’emergenza pediatrica, particolarmente avvertita nel territorio, tanto da aver dato luogo alla nascita di un comitato di genitori, la proposta, condivisa proprio con il comitato nel corso di una riunione svoltasi nel mese di dicembre, è quella di Istituire una “rete pediatrica” così da dare risposta sul territorio in tempo reale e con canali preferenziali verso l’Ospedale dei Bambini “Di Cristina” di Palermo. Tutto ciò, temporaneamente ed in attesa di reclutare figure dirigenziali che possano, nell’emergenza-urgenza, offrire consulenza ai piccoli pazienti che accedono al Pronto Soccorso, in appoggio e supporto alle strutture ad alta specializzazione.
Risulta necessario, altresì valutare gli Adeguamenti strutturali (inclusi in particolare attivazione del reparto di Chirurgia al terzo piano, riorganizzazione dell’area grigia del PS in atto in grado di ospitare un solo paziente Covid positivo, eventuale riorganizzazione OBI del PS che non prevede in atto servizi igienici separati per i due sessi, eventuale sistemazione area di attesa del PS). Riteniamo opportuno sottolineare che la collaborazione tra ospedali (per esempio Petralia-Termini) deve essere biunivoca, nel senso che lo spostamento di medici, sanitari e pazienti deve avvenire in entrambe le direzioni.
Queste invece le richieste per quanto riguarda la medicina del territorio:
In riferimento agli ambulatori specialistici è necessario plasmarli nell’intero territorio disponendo le seguenti figure:
Tenuto conto delle difficoltà ad accedere ai suddetti servizi di Specialistica ambulatoriale specie da parte della popolazione anziana (soggetti spesso soli e con difficoltà a reperire qualcuno disposto ad accompagnarli) nel documento si chiede l’attivazione/ripristino, presso i paesi afferenti al Distretto 35 del centro vaccinazioni e del centro prelievi.
Gli ambulatori precedentemente descritti andranno organizzati in modo tale da non lasciare grosse aree territoriali scoperte. Sarà necessario ampliare le ore previste per il punto di primo intervento pediatrico così come il servizio di psichiatria e psicologia.
“Nell’ottica della gestione del territorio – proseguono i sindaci – si fa presente, senza nulla togliere all’attenzione che ogni giorno i Medici di Medicina Generale offrono ai propri pazienti, che alcuni soggetti che vivono stati di solitudine e disagio socio-economico, e con mancanza di strumenti a comprendere le effettive necessità a cui loro stessi dovrebbero dar conto, si tiene a sottolineare la mancanza di figure assistenziali che vanno oltre la normale attività ambulatoriale o di assistenza domiciliare, che si potrebbe coprire offrendo un servizio assistenziale personalizzato”.
Insomma nel documento c’è un po’ di tutto, ed è forse questo ad indurre Asp ed Assessorato a prendere tempo. Certo è che, in teoria, l’argomento andrebbe affrontato con l’urgenza e la determinazione che merita. In pratica, fatta eccezione per la mobilitazione del comitato dei genitori (che attendono ancora risposta, ma quanto meno hanno avuto il merito di sollevare un tema) vige ancora la regola del silenzio e della fiduciosa pazienza. Un atteggiamento adottato dalla politica (fatta eccezione per qualche estemporanea iniziativa di protesta) e contagiato alla cittadinanza che, potete giurarci, non porterà a nulla di buono.