“Gli unici condoni nel corso del tempo sono quelli imputabili al governo Craxi nel 1985 e ai governo Berlusconi del 1994 e del 2003”, spiega l’ex premier, per il quale la norma del 2018 era legata al fatto che “a Ischia la ricostruzione post-terremoto era rimasta completamente paralizzata: bisognava capire a chi poter dare il contributo pubblico per la ricostruzione e a chi no, perchè proprietario di un immobile abusivo. Questa norma ha stabilito che occorreva dare una risposta entro sei mesi, dicendo quali immobili erano conformi alle norme e quali invece andavano demoliti, perchè lo Stato non può erogare fondi a chi ha un immobile abusivo”.
“Sapete quante pratiche sono state accolte e hanno avuto una valutazione postiiva dopo questa norma introdotta dal Conte I nel 2018? Solo sei, su un totale di 1400 abitazioni danneggiate o distrutte”, spiega Conte, per il quale “qualcuno gioca sull’equivoco: nel titolo dell’articolo 25 c’è scritto ‘Definizione delle pratiche di condonò. Per forza: la norma riguarda l’accertamento dell’abusività o meno degli immobili danneggiati ricompresi nel cratere, ma se l’immobile era abusivo prima è rimasto abusivo anche dopo”.
“Questa per noi non è politica ma sciacallaggio. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, a tutte le famiglie danneggiate e all’intera comunità ischitana”, conclude il leader del M5S.
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(ITALPRESS).